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Era agosto quando davanti alle telecamere Hannoun diceva: "Io non appartengo a Hamas, questo lo dico ufficialmente, non faccio parte di Hamas però faccio parte del popolo palestinese, rispetto ogni fazione palestinese che rispetta i diritti del popolo palestinese, che lotta per strappare questi diritti per l’autodeterminazione"

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Terrorismo, quando Hannoun diceva: "Non faccio parte di Hamas ma sono simpatizzante"

L'episodio sarebbe avvenuto nel contesto del conflitto in corso tra Cambogia e Thailandia, una crisi armata a bassa intensità ma crescente, riaccesasi lungo le aree di confine contese. Gli scontri, che includono scambi di artiglieria e l'uso di razzi a lunga gittata, hanno spinto Phnom Penh a impiegare sistemi pesanti già presenti nel proprio arsenale, molti dei quali di origine cinese. Negli ultimi anni, infatti, la Cambogia è diventata uno dei principali partner militari di Pechino nel Sud-est asiatico. Il Paese ha acquistato veicoli blindati, sistemi di artiglieria, droni e lanciarazzi multipli di produzione cinese, beneficiando di prezzi competitivi, accordi di cooperazione e programmi di addestramento congiunto. Tra i sistemi più noti figurano MLRS derivati da modelli cinesi ampiamente esportati, progettati per fornire saturazione di fuoco su medio-lunga distanza. L'esplosione del lanciatore, se confermata, rappresenterebbe però un nuovo colpo all'immagine dell'industria bellica cinese, già messa in discussione negli ultimi mesi. A maggio 2025, durante il breve ma intenso conflitto tra India e Pakistan, diversi sistemi di origine cinese in uso a Islamabad erano stati oggetto di critiche per malfunzionamenti, prestazioni inferiori alle attese e problemi di integrazione operativa. Anche in quel caso, video e testimonianze dal campo di battaglia avevano alimentato il dibattito internazionale prima che emergesse un quadro chiaro.

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La (presunta) esplosione di un sistema missilistico cinese usato dalla Cambogia
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