Alessandro Maccolini, una "bandiera" dell'Alfa Romeo

Alessandro Maccolini è il designer project responsible di Alfa Romeo, una firma di lungo corso e l'anima che si nasconde dietro allo stile della Casa di Arese

Alessandro Maccolini, una "bandiera" dell'Alfa Romeo
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Nel mondo dello sport ci si interroga spesso sul quesito: "Esistono ancora le bandiere?". Chi sarebbero queste "bandiere" poi, se non delle persone devote alla causa, innamorate dei colori e dei vessili che tutti i giorni indossano. Traslando questo parallelo dal mondo sportivo a quello dell'automotive, notiamo che all'interno di Alfa Romeo c'è uno stilista, oggi design project responsible, che da più di vent'anni bazzica Arese, assaporando tutte le altalenanti vicissitudini che il Biscione ha vissuto sulla sua pelle in queste ultime decadi. Lui c'era ai tempi delle apprezzate - anche dalla critica - 156 e 147, ha vissuto il tempo delle 159 e Brera, straordinarie creature dalla ammaliante bellezza (meno raffinate su strada), fino ad arrivare ai giorni nostri. Si è occupato del rilancio voluto da Sergio Marchionne, impostando i tratti della Giulia e di Stelvio, mentre in tempi più recenti ha dato anima e corpo alla Tonale, il modello del momento. E il domani? Intanto, bisogna gustarsi la straordinaria 33 Stradale e poi, il futuro è un piatto da assaporare portata dopo portata. La certezza è che Alessandro Maccolini darà il suo contributo, come un capitano di lungo corso.

Dall'infanzia sognante, alla realtà di tutti i giorni

Gli occhi scintillano maliziosamente sotto i riccioli selvaggi quando Maccolini, nelle varie occasioni, parla della sua squadra, dell'Alfa Romeo: "Ho sempre saputo che un marchio come Alfa appartiene solo all'Italia, come la moda raffinata o la nostra cucina. È unica". Il legame col Biscione è qualcosa che viene da lontano, che si annida nel cuore dell'infanzia e in quei momenti felici, senza pensieri, accanto al proprio papà, naturalmente un'alfista doc. Suo padre lo portava a spasso a bordo di una Giulia e quando era possibile, il giovane Maccolini stringeva il volante e galoppava con la fantasia, fingendo di guidare la rombante berlina del Biscione. A distanza di tanti anni, lui stesso è diventato il padre di una nuova Giulia, quella che è uscita nel 2016 e che, di fatto, ha rappresentato un nuovo corso dell'Alfa. Dal sogno alla realtà, a volte il destino regala degli scherzi colmi di gioia. È in questo modo che è nato un legame intimo con il marchio milanese.

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Conoscere il passato

Quando si disegna un'auto, conoscere il background della casa madre è essenziale. Sapere il passato, comprendere la storia, distinguere i suoi frammenti è un fattore determinante per arrivare a tracciare le forme, le linee e lo stile più coerente. Nel bene e nel male, Maccolini sa cosa è successo negli ultimi trent’anni dell'Alfa Romeo, ha visto le macchine che sono nate, quelle che non hanno mai ricevuto il semaforo verde, e le soluzioni stilistiche che potevano essere più o meno vincenti. La presenza di un quartier generale come il museo storico di Arese, le tante ore passate tra le meraviglie del passato del Biscione, gli permettono di attingere a piene mani dall'heritage della Casa, per sviluppare quell’idea ispirata che sarà utile nella stesura del design. È successo così per tanti modelli, compresa la recente Tonale.

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Le grandi firme dell'Alfa Romeo

Il numero degli importanti designer che, nel corso della loro carriera, ha prestato la propria arte alla causa di Alfa Romeo è lunghissimo. Si va da Zagato a Giugiaro, passando per Pininfarina o Bertone. Ognuno di loro ha dato vita alla propria Alfa, tuttavia ogni modello possiede la sua grande coerenza stilistica. Tutti hanno tracciato la propria impronta personale, la propria idea di Alfa, lasciando libero sfogo alla penna e al gusto, ma ognuno di loro ha realizzato qualcosa che è consequenziale con la storia del marchio.

Alfa 75
La linea a cuneo dell'Alfa 75

Tutte quelle opere mantengono i caratteri tipici delle auto di Arese, anche se la firma è diversa. Questa cosa Maccolini la riconosce, quello che - forse - non sa è che tra i grandi della storia c'è anche lui, che è il presente e il futuro del Biscione.

Il capo del design sa che le Alfa sono state tondeggianti, come quelle del dopoguerra, squadrate e cuneiformi come le varie Alfetta, 75 e Giulietta, e infine di nuovo morbide come quelle di inizio millennio. Lo stile è un susseguirsi di corsi e ricorsi storici, come la vita. Chissà quale sarà il prossimo capitolo dell'Alfa, con Maccolini bandiera e capitano.

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