L’incontro con «la Bestia» di Elon Musk è stato preparato ad arte. Un enorme hangar, quello del Tesla Center di Verona, dove il Cybertruck aspetta i visitatori come un drago sonnecchiante nelle profondità della sua caverna. Prima di raggiungerlo, un corridoio creato da due file di Model Y, schierate come soldati fedeli del comandante in capo. L’enorme Cyberbeast è lì che attende di essere scoperto in questo tour Italiano che richiama quelli dei reali inglesi ai tempi delle colonie. In Italia non si può ancora acquistare, Tesla è impegnata a smaltire la produzione dedicata al mercato di casa vista la mole di prenotazioni, ma ha deciso di sfruttare la visibilità che questo modello così controverso dà al marchio anche per attirare curiosi nelle piazze in cui sarà esposto: Firenze, Roma e Milano sono le tappe rimanenti.
Quasi 5,7 metri di lunghezza, spigoli ovunque. I primi che lo hanno potuto ammirare dal vivo, con la sua scocca fatta di acciaio inox non verniciato, si chiedono se sia adatto alle strade italiane fatte (anche) di borghetti medievali non certo nati nell’epoca dell’auto. Eppure Cyberbeast, questo il nome della versione con tre motori che spinge le più di 3 tonnellate di questo pick-up da 0 a 100 in soli 2,6 secondi, sbarca nel Vecchio Continente con le sue innovazioni tecnologiche nascoste da cotanta tracotanza. La «bocca» è quella di una balena, e al suo interno trova posto un bagagliaio anteriore.
La coda è lunga, fatta per ospitare il vano di carico tipico dei pick-up che qui nasconde delle prese elettriche: tramite un kit, si può collegare l’auto alla casa, e il Cybertruck la alimenta per intere giornate con una potenza superiore ai classici 3 kW del contatore che la maggior parte di noi utilizza.Come se non bastasse, la “bestia” di Musk è completamente attrezzata per il traino di un rimorchio con una capacità di traino massima di 4.989 kg, cifre mostruose. Il Re dei pick-up elettrici, però, è generoso anche con i suoi sudditi, le altre auto a batteria. All’occorrenza si trasforma in una colonnina di ricarica su ruote dato che eroga la stessa potenza in uscita, 11 kW, delle colonnine che vediamo nelle strade del nostro Paese. Arriva in un periodo di crisi per l’auto elettrica in Italia e, forse, lo fa proprio per dare un segnale grazie alle innovazioni tecniche che indroduce. Cybertruck nasconde sotto alla scintillante carrozzeria una pletora di innovazioni tecnologiche, a partire dal suo impianto elettrico che promette di rivoluzionare esattamente come è successo negli anni cinquanta quando le auto sono passate alle batterie da 12 volt. Da quel momento in poi c’è stato un salto, quello che avrebbe permesso, nel tempo, di avere il navigatore satellitare, o la frenata automatica d’emergenza, dispositivi che necessitano di più potenza per essere alimentati. Poi il mondo dell’auto si è seduto sugli allori, e gli schermi e le funzioni automatiche hanno iniziato a moltiplicarsi senza che nessuno si curasse di rifare l’impianto elettrico di “casa”. Tesla ha deciso che era il momento: un’auto grande come un appartamento, diventa appunto portabandiera di questa rivoluzione silenziosa che aprirà a nuove opportunità ancora da immaginare.
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