In un Paese in cui molti auspicano i blocchi navali, quelli automobilistici intanto funzionano benissimo. Ieri a Milano, dove ormai fra costi dei parcheggi, multe, Area B e Area C per poterti permettere un'auto devi avere almeno un reddito da elettore del Pd, un gruppo di attiviste di «Ultima generazione» (e anche di penultima perché c'era persino una signora agée), hanno paralizzato il traffico lungo viale Fulvio Testi, non proprio periferia della città, legandosi tra loro con una catena. Purtroppo, dopo qualche ora, le hanno liberate. Nel frattempo gli automobilisti inferociti hanno riversato contro gli ecologisti insulti irripetibili e sessisti (può capitare); un'ambulanza è stata rallentata; e poliziotti e carabinieri hanno dato prova di un specchiato comportamento. Quando la pazienza è più efficace del taser. Non ci ricordiamo. Chi era quel poeta rivoluzionario che fra i borghesi figli di papà e i poliziotti sottopagati stava con i secondi? Più divise, meno murgismi.
Non c'è niente da fare. Gli eco-fanatici quando c'è da fare peggio riescono sempre a migliorare. Non solo i blocchi stradali e gli atti vandalici sono la risposta sbagliata a una domanda giusta («Come difendere l'ambiente?»). Ma finiscono per rendere giuste reazioni sbagliate.
Persino il «Mandiamoli in galera» di Matteo Salvini è riuscito a ricompattare in convintissimo fronte antiambientalista non soltanto la rete stradale, ma anche quella informatica.Per il resto, su come risolvere l'emergenza climatica, difficile trovare la strada giusta. Le vie del Signore sono infinite. A volte è la viabilità che lascia a desiderare.
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