Ecco gli uomini che fanno tendenza Con penna e pc...

Sfidiamo i fotografi a rappresentare in stile Pellizza da Volpedo quella fiumana di giornalisti che da oggi si riverserà per le strade di Milano per seguire la settimana della moda. Tra loro di veri esperti ne sono rimasti ben pochi. Vediamo come si vestono I più noti, quelli che criticano per lavoro i vestiti altrui.
Cesare Cunaccia, con due lauree e un dottorato alle spalle, è il gentiluomo più sofisticato del gruppo. I suoi saggi, pubblicati da Vogue e AD, non raccontano delle sfilate, ma di design, arte, costume e società. La moda è dunque solo «un tassello di un mosaico creativo più grande». Lo stile di Cunaccia segue una certa classicità rivisitata con qualche raro tocco eccentrico: pensiamo ai suoi 2000 paia di gemelli, in plastica, diamanti e corno di capriolo (quelli tirolesi da caccia); ai suoi occhiali in corno persiano; infine alla sua straordinaria collezione di Panama Montecristi. Una cosa è certa: «Non mi vedrete mai con pantaloni corti e sandali in città» (per fortuna!). Cosa pensa della moda italiana? «Ci manca unità d'intenti, ma la nostra eccellenza artigianale non ha eguali».
La penna arguta, anzi la tastiera di Michele Ciavarella ha preferito Leiweb, il portale femminile di RCS, alle sentenze penaliste. Forse perché avvocato dice sempre quello che pensa, tanto che in molti lo credono cattivo. Ma lui precisa di essere come La Vilaine Lulù di Yves Saint Laurent: «Mi disegnano così, ma non è vero». Il suo guardaroba ha un suo perché: non mancano mai camicia bianca e abito scuro. Non è quindi un fashion victim, anche se a volte è vittima del suo debole per Prada. Di tanto in tanto a bordo delle passerelle camminano scarpe con enormi borchie e cristalli colorati.
Angelo Flaccavento lascia la sua Ragusa ogni qualvolta la moda lo richieda (ogni settimana?). Scrive, sul Sole 24 Ore, L'Uomo Vogue, Hunter e l'inglese The Gentlewoman, che in questo campo «si può ancora sperimentare individuando dialoghi più propulsivi tra forma e materia, dove il made in Italy può fare da maestro». Vederlo ai bordi delle passerelle senza barba e papillon ha fatto notizia, ma lui, uomo d'altri tempi, confessa di non sopportare chi è troppo conservatore. Veste blazer sartoriali, pantaloni di due taglie più grandi risvoltati sulle caviglie e camicie abbottonate fino al collo. Dichiara di non sbottonarle nemmeno in spiaggia e qui cadde l'asino!
Simone Marchetti è tra le firme più autorevoli del web. È stato uno dei primi giornalisti italiani a capire che, con la nascita dell'iPhone nel 2007, il mondo dell'informazione stava cambiando. È stato sicuramente il primo a pubblicare nel 2008 le review delle sfilate dieci minuti dopo la fine degli show per il suo D La Repubblica (d.repubblica.it).

Lui, che deve «aprire mondi e spiegare che mondi apre un abito», alle sfilate lo si vede concentrato sull'iPad mentre i fotografi cercano di immortalare il suo look, negli ultimi anni meno eccentrico ma pur sempre un mix tra dandy e garcon. Promuoviamo il dandy, meno il garcon: a ogni età il suo stile.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica