L’Italia d’argento sfida i giganti venuti dalla Nba

Serbia favorita, Lituania in calo, Spagna senza Gasol, Francia con Parker. Il mistero Russia

Oscar Eleni

L’Italia del basket litiga per le scarpe da mettere in valigia e arrivando a Vrsac, Vojvodina, dove inizierà il suo campionato europeo contro la Germania, non sa ancora se deve continuare a sentirsi Cenerentola o se davvero sarà costretta ad ascoltare gli orchi ingordi che la benediranno soltanto quando tornerà con il titolo in tasca. Titolo a cui aspirano in tanti, cominciando dalla Serbia che è a casa sua e ha uno squadrone anche sono quasi tutti eroi che vivono lontano da casa e non ricordano bene certe leggi di una scuola insuperabile.
Cercavano olio al gelsomino per muscoli stanchi questi nazionali italiani che contro la Francia hanno scoperto di avere gambe pesanti, volevano sentirsi accarezzati e non pressati, ma poi chi non sa leggere certe situazioni ha voluto esagerare. Meglio così. Con qualcuno da odiare, evitando l’alibi delle scuse classiche, campo, arbitri, si potrà vivere l’Europeo provando a capitalizzare i due mesi di lavoro che in certi casi aiutano, anche se non ne puoi più.
Torneo difficile, misterioso nell’evoluzione perché la formula, come ha fatto con gli spagnoli alle Olimpiadi, ti può castigare per una giornata sbagliata: vai sempre bene, ma alla diga dei quarti di finale voli o vai nel fosso. Il sogno di Azzurra sarebbe quello di vincere il girone al Centar Millenium, campo che a dispetto del nome ricorda le piccole arene (3.600 posti), per poi riposare 4 giorni pescando chi ha dovuto faticare negli spareggi per accedere ai quarti, Francia o Slovenia, dando vincente nel gruppo C la Grecia, Spagna o Lettonia considerando la Serbia prima nel girone di Novi Sad. Sogni, la Russia non sembra d’accordo a far riposare proprio l’Italia e sabato ci dirà la prima verità, nella speranza che non sia la Germania di Nowitzki a svegliarci.
Trentaquattresima edizione dei campionati europei con i campioni in carica della Lituania che hanno deciso di rinnovare adesso, traditi da quelli che sono andati nella Nba o vivono da professionisti lontano da casa, pensando a Pechino, ma i campionati qualificano per il mondiale, sono strada obbligata per chi vuole le Olimpiadi. Arrivare nei primi sei sarebbe già un risultato importante e allora l’Italia farà bene anche a ricordarsi questo obiettivo, non per mostrarsi sorda alle preghiere del suo presidente Fortunello Maifredi, non per mancanza di buoni propositi, considerando che il bronzo darà un premio individuale di 60mila euro contro i 25mila promessi ai Serbi, ma per l’oro, non per fare un dispetto al presidente del Coni Petrucci che vuole avidamente titoli, ma per avanzare nella festa un passo alla volta.
LE FAVORITE - Girone A (Vrsac): Italia e Russia su Germania e Ucraina. Girone B (Podgorica): Croazia e Turchia su Lituania e Bulgaria. Girone C (Belgrado): Grecia e Francia su Slovenia e Bosnia, ma soltanto perché gli sloveni, che sono fortissimi, si confondono sempre quando devono essere squadra. Girone D (Novi Sad): Serbia e Spagna su Israele e Lettonia.
I PROTAGONISTI - Guardare a quelli che vengono dalla Nba, ai grandi protagonisti in eurolega, pensando però anche a qualche nuovo prospetto. Diciamo Mancinelli e Gigli nell’Italia tanto per capire. Nowitzki, l’uomo di Dallas per farci temere la Germania. Kirilenko l’estemporaneo nella Russia del nuovo millennio che si affida ad un regista come Jon Robert Holden, americano dell’Ohio. Hidayet Turkoglu persosi un po’ ad Orlando nella Turchia di Okur che con gli Utah Jazz si è preso qualche buona soddisfazione. Splendore croato, cominciando da Giricek, altro giocatore di Utah, con molti talenti in progresso. Parker e i suoi anelli di campione del mondo per la fame di una Francia dove la novità sarà Boris Diaw, scelto da Mike D’Antoni a Phoenix, figlio di Elisabeth Riffiod, grande pivot di Francia e di Issa campione di salto in alto senegalese.

Montagne di talento sloveno tutte alla ricerca di gloria, la Grecia di Zisis e Diamantidis, oltre ai soliti noti. Bodiroga per far luce alla grande Serbia, Garbajosa per dare consistenza di squadra alla Spagna tradita da Gasol.

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