La miniserie Baby Reindeer, disponibile su Netflix, è diventata un fenomeno mondiale. E non è stupefacente, tocca una serie di temi con straordinaria durezza e, per una volta, senza alcuna concessione alla cultura woke. Anzi, anche ribaltandone parecchi stereotipi. Uscita in sordina (la pubblicità che la piattaforma ha dedicato alla serie è stata infinitesimale), si è imposta come la serie più vista su Netflix in ben 30 Paesi, tra cui l'Italia.
Veniamo alla trama che è la trasposizione televisiva di uno spettacolo del comico Richard Gadd (che è anche il protagonista della serie).
Baby Reindeer ha per protagonista la versione romanzata di Gadd: Donny. Un giorno qualunque mentre lavora al pub, incontra una donna di nome Martha (Jessica Gunning) che gli fa pena. Donny le offre una tazza di tè per consolarla, e questo gesto innocente si trasforma in una relazione contorta e complessa. In cui Martha, a colpi di presenza ossessiva e di rabbia, porta scompiglio in tutte le relazioni della vita di Donny. Rivelandosi la più terribile delle stalker. Ma, quando finalmente si rivolge alla polizia per denunciarla Donny ha come una agnizione: è costretto a confrontarsi con il trauma di una passata violenza sessuale e a fare i conti con la propria complicata sessualità. Una narrazione incredibilmente forte ed ansiogena.
Lo diventa ancor di più quando si capisce che è basata su 41.071 mail, 744 tweet, 46 messaggi Facebook, 106 pagine di lettere e 350 ore di messaggi vocali che una donna ha davvero mandato al comico che l'ha ideata e interpretata...
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