"Dietro il mantello della regalità": William e gli altri royal che parlano di politica

Il principe William è l’ultimo reale in ordine di tempo ad aver affrontato senza remore questioni politiche: prima di lui lo avevano già fatto Elisabetta II, Carlo III, Rania di Giordania, Harry e Meghan

"Dietro il mantello della regalità": William e gli altri royal che parlano di politica

Il principe William ha chiesto la pace in Medio Oriente attraverso un comunicato dai toni e dai contenuti davvero inusuali per la Casa reale britannica. Un messaggio sentito, pensato, con cui l’erede al trono ha chiuso definitivamente l’era della tradizionale neutralità politica dei Windsor. William non avrebbe alcuna intenzione di nascondere la sua opinione e se stesso dietro la Corona. Prima di lui anche la regina Elisabetta e Carlo III si sono esposti in merito a questioni internazionali, ma nessuno di loro ha mostrato così apertamente tanta decisione e una così profonda empatia. Nemmeno Harry e Meghan hanno celato le loro idee politiche, benché abbiano scelto tempi, modi e, forse, scopi discutibili. Forse l’unica reale al mondo che ha lanciato appelli di intensità pari a quello di William è la regina Rania di Giordania.

"Troppi morti a Gaza"

“Sono profondamente preoccupato per il terribile costo in termini di vite umane del conflitto nel Medio Oriente dall’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. Troppe persone sono state uccise”, ha detto il principe di Galles in una nota ufficiale diffusa da Kensington Palace lo scorso 20 febbraio. William si è tenuto in perfetto equilibrio diplomatico, chiedendo “la fine dei combattimenti”, ma soprattutto mettendo in risalto che “c’è un disperato bisogno di un maggiore supporto a Gaza. È essenziale che gli aiuti arrivino e gli ostaggi vengano rilasciati”. Secondo Israele questo appello sarebbe “ingenuo”, riporta il Telegraph, ma il portavoce del governo Eylon Levy si è affrettato a rispondere quindi, forse, le parole del principe così “ingenue” non sono affatto. William ha espresso un’opinione che non può essere solo personale, dato il suo ruolo. Anzi, mai come in questo caso il confine tra personale e ufficiale risulta sfumato.

"Gli orrori di Hamas"

Non è la prima volta che il principe del Galles affronta il tema incandescente della guerra in Medio Oriente. Come ricorda Cbs News, l’11 ottobre 2023, quattro giorni dopo gli atti terroristici di Hamas, un portavoce di William e Kate aveva dichiarato: “Gli orrori inflitti dall’attacco terroristico di Hamas su Israele sono spaventosi. [I principi] li condannano nella maniera più assoluta. Mentre Israele esercita il suo diritto alla difesa, tutti gli israeliani e i palestinesi continueranno a essere perseguitati dalla sofferenza, dalla paura e dalla rabbia nel tempo a venire. Le Loro Altezze Reali hanno nel cuore e nella mente tutte le vittime, le loro famiglie e i loro amici”. A ben guardare anche in questo messaggio viene menzionato il dolore del popolo palestinese: William ha mantenuto la coerenza e un certo equilibrio politico. Tuttavia era giusto e inevitabile che la dichiarazione fosse dedicata quasi interamente alle vittime del 7 ottobre.

"Il mantello della regalità"

“Naturalmente William si sente travolto dagli effetti del conflitto tra Israele e Hamas. Sebbene questa non sia la prima volta in cui parla apertamente di questi sentimenti, tuttavia è la sua dichiarazione più forte”, ha spiegato l’esperta Ingrid Seward al Mirror, continuando: “…William ha seguito gli eventi quotidianamente…Data la sua posizione di principe del Galles non può rendere pubblica le sue opinioni politiche, ma può dare sottili indizi su come si sente nel profondo. La diffusione di una dichiarazione così esplicita…è…insolito e dimostra come William si senta senza speranze”. Nonostante tutto, però, il principe non ha rinunciato a far sentire la sua voce. La Seward ha commentato: “Questo ci ricorda sicuramente che William è una forza della natura. Rifiuta di nascondersi dietro il mantello della sua regalità. Ci sono cose che vuole fare e che ha bisogno di dire”. Una fonte ha aggiunto anche che durante la visita alla sede londinese della Croce Rossa, durante la quale è stato pubblicato il messaggio contro la guerra in Medio Oriente, William avrebbe detto di sentirsi “profondamente commosso come padre”.

"Atti barbarici"

Anche Re Carlo III ha voluto far sentire la sua vicinanza al popolo palestinese e a quello israeliano. L’11 ottobre 2023 un portavoce del Re, citato da Newsweek, ha detto: “Questa situazione preoccupa enormemente Sua Maestà e ha chiesto di essere aggiornato tempestivamente. I suoi pensieri e le sue preghiere sono con tutti quelli che soffrono, in particolare con quanti hanno perso i loro cari, ma anche con quelli attivamente coinvolti”. Nella dichiarazione, arrivata quattro giorni dopo gli attentati di Hamas, il sovrano ha rivolto il pensiero alle vittime di queste brutali azioni: “Sua Maestà è inorridito e condanna i barbarici atti di terrorismo contro Israele”.

"Per far sì che l'Ucraina trionfi"

I Windsor hanno preso una posizione netta anche per quel che concerne l’altro conflitto che sta spaventando il mondo, ovvero quello tra Russia e Ucraina. La regina Elisabetta lo fece nel modo sottile ed elegante a cui ci ha abituato in 70 anni di regno: nel marzo 2022, durante un incontro con il primo ministro canadese Justin Trudeau, la sovrana si lasciò fotografare davanti a una stupenda composizione floreale con i colori della bandiera ucraina, cioè giallo e blu. Re Carlo III ha menzionato diverse volte l’Ucraina nei suoi discorsi. Per esempio nel discorso al Bundestag, nel marzo 2023, ha dichiarato: “L’invasione non provocata dall’Ucraina ha inflitto sofferenze inimmaginabili a così tante persone innocenti, la libertà e la dignità umana sono state schiacciate nel modo più brutale e la sicurezza dell’Europa minacciata”. Di fronte al Senato francese, nel settembre 2023, Carlo ha ribadito: “Insieme siamo fermamente determinati a fa sì che l’Ucraina trionfi e che le nostre amate libertà prevalgano”.

"Speranze" per l’Ucraina

A febbraio 2022 William e Kate hanno scritto sui loro profili social: “Nell’ottobre 2020 abbiamo avuto il privilegio di incontrare il presidente Zelenskij e la First Lady per apprendere della loro speranza e dell’ottimismo sul futuro dell’Ucraina. Oggi siamo con il presidente e con tutto il popolo ucraino che lotta coraggiosamente per quel futuro”. La solidarietà dei principi è andata anche oltre i comunicati. Nel marzo 2022 i futuri sovrani si sono recati nel Centro culturale ucraino a Londra. Nel maggio 2023 Kate si è esibita al pianoforte con la Kalush Orchestra in apertura del 67esimo Eurovision. Nell’ottobre 2023 la principessa ha fatto visita al centro di assistenza “Vsi Razom” e preparato, insieme ai volontari, pacchi con aiuti umanitari destinati all’Ucraina.

"Violazione del diritto internazionale"

Nel febbraio 2022 anche Harry e Meghan hanno fatto sentire il loro sostegno attraverso un messaggio, dal titolo inequivocabile, “Al fianco dell’Ucraina”, pubblicato sul sito della loro fondazione: “Noi di Archewell siamo uniti contro questa violazione del diritto internazionale e umanitario”, in riferimento all’aggressione della Russia contro l’Ucraina. “Inoltre incoraggiamo la comunità globale e i suoi leader a fare lo stesso”.

Harry e Meghan contro Trump

Per la verità dalla Megxit in poi Harry e Meghan hanno affrontato diverse volte dei temi politici. Impossibile dimenticare l’appello, nel settembre 2020, con cui i duchi invitarono gli americani ad andare a votare nelle elezioni presidenziali, che si sarebbero tenute nel novembre di quell’anno. Un discorso che molti interpretarono come una critica, neanche così velata, a Trump, allora candidato alla presidenza degli Stati Uniti contro Biden. I duchi dissero: “Quando votiamo, i nostri valori vengono messi in pratica e le nostre voci vengono ascoltate”. Suscitarono grande clamore anche le iniziative della duchessa in favore del congedo parentale retribuito negli Usa: nell’ottobre 2021, infatti, Meghan avrebbe inviato una lettera a Chuck Schumer, capo dem del Senato e alla presidente della Camera Nancy Pelosi. Il mese successivo avrebbe telefonato alle senatrici repubblicane Susan Collins (Stato del Maine) e Shelley Moore Capito (Stato della Virginia occidentale) presentandosi come “la duchessa di Sussex”. Gesti che gli americani non avrebbero gradito, giudicandoli una vera e propria ingerenza politica studiata per ottenere visibilità internazionale.

L’impegno di Rania di Giordania in favore del popolo palestinese

Nessuna delle iniziative a tema politico della royal family britannica ha la stessa forza espressiva del messaggio del principe William, pubblicato il 20 febbraio 2024. Forse soltanto l’impegno della regina Rania di Giordania, in favore di Gaza, ha avuto un impatto mediatico e una carica emotiva simili. Nell’ottobre 2023 la sovrana, di origini palestinesi, ha rilasciato una lunga, inusuale intervista di carattere politico alla Cnn, che le è costata molte critiche. “Nelle ultime due settimane abbiamo visto un evidente doppio standard nel mondo”, ha affermato, riferendosi al trattamento diplomatico e mediatico riservato a Israele e al popolo palestinese. “Quando è avvenuto l’attacco del 7 ottobre il mondo si è schierato immediatamente e inequivocabilmente dalla parte di Israele e del suo diritto alla difesa, condannando l’attacco”.

Nel corso dei mesi Rania ha continuato a puntare i riflettori su Gaza, attraverso appelli ai media di tutto il mondo, post e storie sui suoi account social. Anche le foto dei profili ufficiali di Sua Maestà sono state sostituite con uno sfondo nero.

In un altro intervento alla Cnn, nel novembre 2023, la Regina ha dichiarato: “Essere filo-palestinesi non significa essere filo-Hamas…L’accusa di antisemitismo è stata usata come arma per mettere a tacere qualsiasi critica nei confronti di Israele”. Rania è sostenuta dalla famiglia reale giordana, in particolare da Re Abdallah. All’inizio di febbraio, come riporta Arab News, il Re ha partecipato al lancio per via aerea di aiuti umanitari su Gaza.

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