Chiara Ferragni vive in una continua strategia. Non che prima del 15 dicembre 2023 fosse diverso, ma da quando le è piombata addosso la sanzione dell'AgCom che, come un domino, ha portato all'accusa di truffa aggravata da parte della procura di Milano, il tutto è si è amplificato all'ennesima potenza. Ferragni maniaca del controllo, regista indiscussa della sua vita e affamata di consenso, ha scelto di farsi intervistare dal Corriere della sera e da Fabio Fazio. Di tre giornalisti, nessuno che le abbia fatto una domanda scomoda su quanto sta accadendo per il caso Balocco. Domande comode, fatte per appoggiare risposte utili alla costruzione della strategia difensiva, che corroborano la percezione di una Ferragni costantemente impostata e poco spontanea. Quindi lontana da quell'immagine di verità che sta disperatamente cercando di riconquistare: ma la fiducia è persa e così facendo non fa altro che allontanare i seguaci e, di conseguenza, i brand.
In tv ha scelto di andare nel salotto più buonista. Fazio è colui che piace a quelli che piacciono, il radical chic per eccellenza della televisione italiana, con pochi eguali in tal senso. Si rivolge a una platea di annoiati telespettatori che vivono nelle loro belle case del centro, convinti che guardare Fazio li renda un po' più intellettuali. Lo guardano e lo seguono per avere il giorno dopo argomenti politicamente corretti da portare in ufficio per ribadire la propria appartenenza alla gauche caviar italiana. Ma per Ferragni è stata una mossa vincente esporsi televisivamente in un contesto come quello del salotto di Fazio? La risposta è no e a spiegare perché è Maria Angela Polesana, docente di sociologa dei media presso l'Università Iulm di Milano, una delle studiose maggiormente esperte del fenomeno Ferragni.
"Se fosse andata in una trasmissione diversa forse sarebbe risultata più credibile perché disposta ad accettare anche quesiti 'scomodi'. A Fazio ha detto di non voler essere perfetta però alla fine sceglie spesso situazioni in cui può essere 'regista'", ha spiegato a Fanpage la docente, sottolineando anche come "Fazio, prima di intervistare Ferragni, ha detto: 'Io non sono un giudice', un modo di 'deporre le armi' che comunica al pubblico come non l'avrebbe sottoposta a domande difficili". Ma le domande non le fanno solo giudici, anche i giornalisti possono, e devono, farle.
Ma l'incontro in tv tra Fazio e Ferragni, alla fine, anche se è stato venduto come tale, non era un'intervista: era solamente uno strumento per permettere all'influencer, senza contraddittorio, di difendersi davanti alla platea reale che non trova sui social. "È stato chiaro come si sia sottratta ai meccanismi tipici di altri talk show", ha osservato Polesana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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