Sarà un bambino romano il primo vaccinato in età pediatrica. Con un giorno d'anticipo rispetto al V-day fissato il 16 dicembre per le regioni parte domani nel primo pomeriggio la campagna vaccinale nel Lazio e precisamente presso l'Istituto Spallanzani di Roma, dove il 27 dicembre aveva ricevuto il vaccino, per prima in Italia, un'infermiera trentenne. Nella fascia 5-11 anni sono oltre 3 milioni e 600mila i piccoli da proteggere e il compito di superare legittime paure e diffidenze da parte dei genitori è stato affidato sopratutto agli ospedali pediatrici, dove si svolgeranno le somministrazioni per i fragili, e al personale medico che tutti giorni è a contatto con i più piccoli. Un milione e mezzo di dosi è in distribuzione alle regioni.
«Fidiamoci dei nostri pediatri, non è una materia da bar, non è materia da talk show. Non è materia neanche da social network, come purtroppo troppo spesso avviene», avverte il ministro della Salute, Roberto Speranza. Quella della profilassi in età pediatrica «è materia delicata sulla quale bisogna fidarsi di chi ha dedicato un'intera vita ai nostri figli» insiste Speranza che sottolinea «io vaccinerò i miei figli contro il Covid19». Il ministro ha poi ribadito che: «I bambini sotto i 12 anni sono esenti dal green pass, come stabilito con chiarezza dal decreto legge».
Ora la grande incognita che grava sulla campagna per i più piccoli è rappresentata dalla percentuale di adesione da parte dei genitori. L'opera di convincimento spetta ai pediatri di libera scelta. Il vaccino disponibile è per ora soltanto Pfizer, ovviamente in una dose pediatrica inferiore a quella destinata agli adulti.
L'altra incognita è la capacità di risposta delle regioni. La maggioranza è già partita con le prenotazioni. Altre come Trento e Bolzano sono in ritardo. Ci saranno percorsi dedicati separati da quelli degli adulti e un genitore potrà restare accanto al piccolo durante la vaccinazione. Il Lazio mette a disposizione 53 hub: Asl, ospedali, ambulatori che verranno attrezzati in modo da essere accoglienti per i piccoli: spazi colorati con palloncini e clown per alleggerire quel momento come già accade negli studi pediatrici per altri tipi di vaccino. Ieri in due ore dal via libera erano già quasi 20mila i prenotati. Corre la Lombardia. In serata erano già 40.150 le prenotazioni per il vaccino come comunicato dall'Assessorato al Welfare. Il 41,5% delle adesioni è stato registrato nella Ats Milano. Un buon risultato certo, ma in questa regione i bimbi da proteggere sono 600mila.
La platea vaccinabile in Veneto è di circa 300mila bambini, specifica il governatore Luca Zaia. Possono prenotare da ieri a partire dai 5 ani di età: «Ci saranno delle linee dedicate negli hub vaccinali con i pediatri», ha aggiunto.
Soddisfatto il presidente della Toscana, Eugenio Giani, che ieri contava già «20mila prenotazioni rispetto a una platea di 215mila». E ancora oltre 7.600 in Emilia Romagna su una platea di 240mila. Circa 2mila in Liguria in poche ore.
Tocca al sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, smentire l'ipotesi di un anticipo per le vacanze di Natale o di passare alla didattica a distanza nell'ultima settimana di lezioni prima delle feste per arginare i contagi da Covid. L'interruzione delle lezioni in presenza non è mai stata un'ipotesi sul tavolo. «È falso. Al momento non è da prendere in considerazione alcuna ipotesi di anticipo delle vacanze natalizie», ha scritto su Facebook Sasso.
La continuità della didattica in presenza «sarà preservata», anche perché la percentuale delle classi costretta alla didattica a distanza è al momento ancora residuale. Si parla di non più del 5% a livello nazionale. «Non c'è ragione per causare una ulteriore deprivazione ai danni dei nostri ragazzi», conclude il sottosegretario.
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