Decisamente in ritardo rispetto alla tabella di marcia del governo, tra qualche polemica e ritocchi in corso d'opera, ma è arrivata. Giusto in tempo per la fase 3. Oggi Immuni, la app volontaria di contact tracing per i contagi da Coronavirus, debutta in tutta Italia. Servirà a tracciare i nuovi casi di Covid-19 e diminuire la probabilità della nascita di nuovi focolai. Ma sarà efficace come mezzo di contenimento del virus, soltanto se verrà utilizzata almeno dal 60 per cento degli italiani. Per ora l'hanno scaricata 2 milioni e 200mila persone, ma da oggi - come annunciato nei giorni scorsi dal commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri - parte una massiccia campagna di comunicazione per informare chi ancora teme per la propria privacy, che Immuni è disponibile ed è uno strumento anonimo che ci consente di muoverci in sicurezza. Lo stesso premier Giuseppe Conte ha assicurato che si può usare in serenità perché non invade spazi privati ed ha una disciplina molto rigorosa. «Scaricarla è un'opportunità che nessuno deve perdere se si vuole bene a se stessi o ai propri cari. Bisogna considerare Immuni non invasiva ma essenziale per la salute di tutti», le parole pronunciate da Arcuri.
L'anonimato è la caratteristica principale di questo sistema basato sulla tecnologia Bluetooth. Non utilizza dati di geolocalizzazione, inclusi quelli del Gps, e non è in grado di ottenere alcun dato identificativo dell'utente. Immuni può segnalare se c'è stato un contatto tra due persone, ma non chi sono e dove si sono incontrate. Rilevando grazie al Bluetooth la vicinanza tra due smartphone, la app consente di ripercorrere a ritroso tutti gli incontri di chi è risultato positivo, in modo da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati. Il tutto attraverso codici identificativi anonimi. È già da una settimana che è partita la sperimentazione in quattro regioni, Liguria, Abruzzo, Marche e Puglia. E in Liguria Immuni ha già «tracciato» i primi tre positivi: dopo lo sblocco dei tre codici numerici, effettuato dalle strutture sanitarie con il consenso degli interessati, il sistema ha attivato l'alert per avvisare chi nei giorni precedenti era entrato in contatto con loro. Queste persone a loro volta avranno comunicato a colleghi e familiari l'avvenuta notifica, facendo scattare il contact tracing.
Da oggi questo sarà possibile su tutto il territorio nazionale, ma soltanto se l'adesione sarà massiccia. C'è poi il tema non trascurabile dei falsi positivi, di chi cioè non è mai stato troppo vicino ad un contagiato il tempo sufficiente per rischiare di infettarsi. L'alert rischierebbe in questi casi di far finire inutilmente in quarantena una massa di persone. Su questo si sta ancora lavorando per cercare di ridurre il numero dei falsi positivi. Per far scattare la notifica di Immuni, comunque, il ministero della Salute ha stabilito due precisi parametri, che devono essere soddisfatti entrambi: è necessario che lo smartphone sia stato vicino a quello di un infetto almeno per 15 minuti e a meno di due metri di distanza.
Questa mattina, in occasione dell'attivazione della app in tutta Italia, Bending Spoons, la società che l'ha creata, risponderà alle domande degli utenti durante una sessione dal vivo sulla piattaforma Reddit dalle 10,30. Immuni è disponibile gratuitamente su App Apple e Google Play. Dopo qualche difficoltà iniziale è scaricabile anche sulla maggior parte dei dispositivi Huawei e Honor.
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