"Più coraggio degli adulti". Già vaccinati nel Lazio i primi mille bimbi italiani

Lo Spallanzani ha avviato la campagna tra i 5 e gli 11 anni. Locatelli: "Un atto d'amore"

"Più coraggio degli adulti". Già vaccinati nel Lazio i primi mille bimbi italiani

Clown, palloncini colorati e peluche. Parte nel Lazio dall'hub vaccinale pediatrico dell'Inmi Spallanzani di Roma la campagna vaccinale per i piccoli dai 5 agli 11 anni. Lo sforzo è quello di persuadere genitori e figli che il V-day pediatrico è una festa, una grande opportunità per le famiglie per passare un Natale il più «normale» possibile.

Tra i primi 100 piccoli vaccinati accolti a suon di musica dalla banda della polizia e da un Babbo Natale dispensatore di dolci non sono scoppiati drammi di fronte all'ago. C'è chi pensa alle imprese del proprio eroe preferito, Spiderman o Hulk. C'è chi tiene stretto il panda di peluche. A tutti poi viene assegnato un «certificato di coraggio» per aver affrontato l'iniezione.

«I bambini sono coraggiosi, stanno reagendo benissimo, molto più degli adulti», osserva il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. Ieri sono stati vaccinati oltre mille bambini nel Lazio, tra loro molti i fragili ai quali è stata data priorità. Gli 8 hub dedicati hanno già registrato 40mila prenotazioni. L'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato ha spiegato che «900 erano stati reclutati dai pediatri, ma in tanti sono venuti di propria iniziativa» e che «il primo vaccinato è un bimbo di 5 anni e sta bene».

E a spiegare quanto sia necessario vaccinare i piccoli è il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e pediatra, Franco Locatelli, che lancia un appello ai genitori: «Fate il vaccino ai vostri bambini per proteggerli. È un atto d'amore verso di loro». Il vaccino rappresenta uno strumento importante per proteggere i bambini dal rischio di malattia grave, prosegue Locatelli, che riporta le stime dell'Ecdc, il Centro di controllo per le malattie europeo. Ogni 10mila casi sintomatici pediatrici «ci sono 65 ospedalizzazioni, sei ricoveri in intensiva e un decesso». La profilassi protegge pure dalla sindrome multinfiammatoria sistemica che è una delle complicanze del Covid. Gli studi hanno mostrato che la sindrome infiammatoria multisistemica colpisce a un'età media di 9 anni, il 45% dei casi sono diagnosticati tra 5 e 11 anni e il 70% può richiedere terapia intensiva, avverte Locatelli. Quindi il rischio per la salute dei bimbi legato al Covid è evidente mentre, precisa il professore: «A oggi per nessuna vaccinazione abbiamo evidenze di effetti indesiderati».

Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria, sottolinea le cifre: «Tra i 5 e gli 11 anni in Italia ci sono stati circa 250mila bambini contagiati e ben 1.450 di loro hanno avuto bisogno del ricovero, 36 della terapia intensiva mentre 9 purtroppo sono morti».

E nelle ultime settimane 250 casi su 100mila sono nella fascia 5-11 anni con un aumento significativo dell'incidenza rispetto ad altre fasce d'età. La Staiano poi evidenzia come la pandemia abbia purtroppo segnato un aumento, anche tra i più piccoli, «di disturbi psichiatrici, da ansia e depressione fino a casi di autolesionismo o atteggiamento ossessivo compulsivo, fino all'aumento di suicidio o tentato suicidio. Quindi un enorme disagio sociale che va prevenuto, insieme a fattori strettamente medici».

In campo per sostenere le famiglie durante la campagna vaccinale

pediatrica circa 7mila pediatri di famiglia. «Questo ci permette di capillarizzare l'assistenza e di essere molto vicini alle famiglie», spiega Paolo Biasci, presidente nazionale della Federazione italiana medici pediatri.

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