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"Lady D. aveva predetto la sua morte": il documento choc

Un nuovo documentario cerca di far luce su alcune dichiarazioni inquietanti rilasciate da una spaventata Lady Diana, sempre più convinta che qualcuno volesse ucciderla

"Lady D. aveva predetto la sua morte": il documento choc

Sono passati 25 anni dalla morte di Lady Diana, ma molti punti relativi alla dinamica del fatale incidente, avvenuto il 31 agosto 1997 sotto il Tunnel dell’Alma, rimangono ancora oscuri. Troppi interrogativi a cui nessuno, finora, ha saputo dare risposte incontrovertibili. C’è, poi, un altro mistero che riguarda una strana dichiarazione della principessa, ossessionata dall’idea che qualcuno stesse tramando nell’ombra per assassinarla.

Una morte annunciata?

Lady Diana avrebbe avuto un presagio della sua morte prematura. È quanto sostiene il nuovo documentario “Investigating Diana: Death in Paris” di Channel 4 e Discovery Plus, citato da The Daily Beast. Questa funesta previsione venne raccolta da Victor Mishcon, legale della principessa del Galles, nell’ottobre 1995. Proprio per questo è conosciuta con il nome di “Mishcon Note” o “Carte Mishcon”. Diana, terrorizzata, era certa che qualcuno volesse “sbarazzarsi di lei”, tramite un incidente d’auto in cui “sarebbe morta o sarebbe rimasta gravemente ferita”, entro l’aprile del 1996.

La principessa avrebbe insistito per incontrare il prima possibile Mishcon e raccontargli “ciò che aveva in mente”, assicurandogli che le informazioni arrivavano da fonti “attendibili”. Diana non avrebbe aggiunto altro, si sarebbe rifiutata di dire i nomi di chi le avrebbe fatto rivelazioni tanto gravi. Dopo la morte di Lady D. Victor Mishcon avrebbe consegnato i suoi appunti a Sir Paul Condon, all’epoca commissario della polizia metropolitana di Londra. I documenti sarebbero rimasti chiusi nella cassaforte di quest’ultimo per sei anni, fino al suo pensionamento e all’arrivo di John Stevens, il nuovo commissario. Solo allora le “Carte Mishcon” sarebbero arrivate alla polizia francese. A proposito delle parole di Diana Stevens ha detto al Daily Beast: “Ho visto Lord Mishcon circa un mese prima della sua morte, verso la primavera del 2005. Era certo che Diana fosse paranoica e non aveva mai dato grande peso a quegli appunti”.

Lady Diana era paranoica?

Victor Mishcon non avrebbe creduto alla paura di Lady Diana. In effetti la principessa non sembrava molto credibile nelle sue vaghe accuse. Non era chiaro chi dovesse essere il presunto mandante del suo ipotizzato omicidio. La principessa del popolo tendeva a oscillare tra diversi nomi, dal principe Carlo ai servizi segreti britannici. Non dimentichiamo che nell’ottobre 1996 Diana scrisse una lettera, poi affidata a Paul Burrell, il quale la rese nota nel 2003, in cui rivelò: “Sono seduta qui, al mio tavolo, oggi, in ottobre, con il desiderio che qualcuno mi abbracci e mi incoraggi a essere forte, ad andare avanti a testa alta. Questa particolare fase della mia vita è la più pericolosa…Mio marito sta pianificando un incidente nella mia macchina, un guasto ai freni per causare un grave trauma cranico”.

Il principe Carlo avrebbe voluto togliere di mezzo Diana per avere campo libero con la tata dei figli, Tiggy Legge-Bourke. Ora sappiamo che questa non è la verità: tra l’erede al trono e Tiggy non vi fu mai nulla, ma su questi timori infondati giocò il giornalista Martin Bashir per ottenere l’ormai celebre intervista della principessa per la Bbc nel 1995 (non è chiarissimo se sia stato Bashir a innescare queste paranoie o se Diana le “coltivasse” già da anni. Comunque il giornalista costruì delle prove false, dando una forma concreta alle ossessioni della principessa).

Fu sempre John Stevens, il 6 dicembre 2005 alle 17:15 in punto, a interrogare il principe Carlo sulla morte della ex moglie, in un salotto privato al primo piano di St. James’s Palace. L’interrogatorio non portò a nulla. Sorte condivisa dalle dichiarazioni di Diana. Forse queste presunte previsioni non sono altro che una incredibile coincidenza, un caso e niente altro. La principessa sarebbe stata talmente terrorizzata all’idea di morire, di avere dei nemici pronti a tenderle un tranello mortale (ammesso che li avesse davvero), così isolata, fragile, provata dai tradimenti, da non riuscire ad analizzare la situazione con lucidità. Forse è stata lasciata sola.

Magari avrebbe avuto bisogno di qualcuno che la tirasse fuori dal suo guscio di paure.

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