Ci sono ormai due leghe di A: una operativa, l'altra espressione politica del voto dei 20 club, una contro l'altra schierata in vista del prossimo rinnovo degli incarichi. La dimostrazione arriva dal caso di Napoli-Fiorentina, partita fissata dagli uffici venerdì 17 maggio con richiesta di potenziale rinvio firmata da ADL, presidente del Napoli, sensibile ai numeri scaramantici. La ricostruzione dell'episodio è la seguente: a) ADL chiede al presidente Casini (foto) di spostare la partita; b) il presidente, che firma il comunicato di anticipi e posticipi (è uno dei pochi poteri decisionali da esercitare oltre a presiedere assemblea e consiglio), consulta prima Dazn (favorevole) e poi la Fiorentina che prima si dice indisposta al cambio e poi, sentito il parere del tecnico Italiano, cambia posizione e vota a favore dello slittamento a sabato; c) a quel punto è tardi per cambiare il giorno e quindi il Napoli non viene nemmeno informato del sì dei viola. Non se ne fa niente, e la partita resta fissata per venerdì 17 maggio così da salvaguardare l'ultimo tabù rimasto, cioè impossibile modificare una partita a pubblicazione avvenuta.
Evento questo che avrebbe provocato l'ira funesta (legittima) della Roma già in guerra con la Lega di serie A per via del mancato spostamento del recupero con l'Udinese, effettuato secondo regolamento alla prima data utile.
Visto l'esito indolore della vicenda, resta da chiedersi: chi ha inviato alla casella postale per segnalare la richiesta pittoresca di ADL che aveva, proprio in quelle ore, firmato un endorsement a favore di Casini? A sentire la ricostruzione interessata nessun dubbio: l'altra Lega. E così viaggiano divise verso il prossimo appuntamento elettorale. E poi si lamentano se si invoca il commissario per azzerare tutto, cambiare i responsabili degli uffici, e ripartire da capo!
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