Piccoli bomber crescono, ma non in Italia

Da Niang a Boakye e Vargas: difficile sfondare nei nostri club

Piccoli bomber crescono, ma non in Italia

Piccoli bomber crescono. Lontano dall'Italia però, nonostante il cartellino di alcuni di loro appartenga a club di Serie A. Dove spesso continuano a mancare due elementi chiave quando si parla di giovani: coraggio e fiducia. Come nel caso del milanista Mbaye Niang, che al Milan collezionava pali e frustrazioni, ma una volta tornato in Francia ha ritrovato confidenza nei propri mezzi e feeling con il gol, risultando determinante nel togliere il Montpellier dalla zona calda della Ligue 1. Certo, sul carattere c'è ancora da lavorare parecchio, perché tra tweet anti Allegri e auto sfasciate, il francesino un modo per finire sulle prime pagine dei quotidiani lo trova sempre.

Solo meriti sportivi hanno invece portato Mbaye Diagne al centro delle cronache sportive in Belgio. Arrivato a gennaio al Lierse in prestito dalla Juventus, l'attaccante senegalese si è presentato segnando contro l'Anderlecht, per poi rifilare una tripletta al Mons. Due partite, 4 gol, 6 punti per il pericolante Lierse. Non era pertanto un abbaglio quello preso dalla Juventus quando decise di ingaggiarlo lo scorso anno dal Bra, condotto a suon di reti (23) dalla Serie D alla Lega Pro. «Mi chiamano Mario dai tempi di Brandizzo, in prima categoria. Balotelli è il mio idolo da sempre». Se continua così, la sfida contro Super Mario è solo questione di tempo.

Quello che non ha perso Edu Vargas nella Liga spagnola; approdato a Valencia nel mercato invernale in prestito dal Napoli, alla prima al Mestalla non si è fatto mancare nulla: gol, assist, numeri d'alta scuola e standing ovation finale. In Spagna gioca anche lo juventino ex Sassuolo Richmond Boakye, un po' in chiaroscuro nell'Elche, ma il gol segnato al Real Madrid lo ricorderà a lungo.

Un gradino più sotto, nel Lugo, fa invece la differenza Vincenzo Rennella, seconda punta cresciuta a pane e Zidane (entrambi sono cresciuti a Cannes), forse un po' troppo acerbo al momento del transito in Italia (Cesena e Genoa).

Non è invece mai sceso in campo nel nostro paese Kenneth Zohore, baby prodigio danese (a 16 anni e 8 mesi debuttava in Champions con il Copenhagen) della Fiorentina. Visti gli infortuni a Gomez e Rossi, quest'anno alla Viola sarebbe potuto servire questo danesino di origini ivoriane lontano parente di Didier Drogba. Ma lo hanno girato al Brøndby.

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