Sivori: «Sono io il vero cambiamento»

«Tutti i grandi cambiamenti sono semplici», sosteneva Ezra Pound. «Io sono il vero cambiamento», afferma mezzo secolo dopo Massimo Sivori. Lo ripete più volte, lo ha scritto su tutti i manifesti affissi in città. Perché il cambiamento si concretizzi deve recuperare gli oltre 2.800 voti che al primo turno lo hanno distanziato da Valentina Ghio. Si riparte dallo zero a zero, ma non sarà affatto semplice. E i precedenti, in tal senso, non sono incoraggianti: nel 2008, in una situazione pressoché identica a quella di oggi, il candidato del centro destra riuscì a recuperare poco più di mille preferenze all'allora sindaco uscente Andrea Lavarello che venne così riconfermato. «Nonostante quello che dicono i miei avversari la partita è ancora aperta. Ci sono 12mila voti in ballo. Certo - osserva Sivori - è importante che la gente si prenda dieci minuti di tempo e si rechi alle urne».
Sestri Levante conta le ore che la separano dall'elezione del nuovo sindaco. Questa sera, dalle 19, Sivori chiuderà la campagna elettorale con un aperitivo all'Ottagono: «Ho fatto quel che potevo, ci ho messo la faccia e i soldi, circa 20mila euro, tutti di tasca mia. A differenza della mia sfidante che si è fatta finanziare la campagna dai partiti, quindi dai cittadini, e pare abbia speso ben 200mila euro». Nei giorni scorsi il Presidente del consiglio degli Ordini degli agenti di cambio ha siglato un patto con i sestresi, otto impegni da mantenere nei primi cento giorni di governo: la manutenzione straordinaria di strade, marciapiedi e cimiteri; la ferma opposizione al depotenziamento dell'ospedale; l'installazione di telecamere per la videosorveglianza; la chiusura della discarica Cà da Matta e il conseguente avvio del programma «Rifiuti zero»; l'abolizione del canone per l'occupazione di suolo pubblico; la revisione del progetto di edificazione sul fronte mare di Riva Trigoso; la riapertura della Piscina dei Castelli; il ripascimento della scogliera. Si pensa alla Sestri di domani, ma c'è ancora tempo per scoccare qualche frecciata ai nemici. La prima va in direzione di Giacomo Rossignotti che gli ha sbattuto la porta in faccia rispedendo al mittente il «pass» da vicesindaco: «Doveva telefonarmi per darmi la risposta, invece non mi ha più chiamato e ha lanciato l'appello ai suoi elettori di disertare le urne. Vergognoso».

Battuta finale con una previsione particolare: «La mia giunta l'ho già resa nota, quella della Ghio ancora non si conosce. Bene, ve la do io in anteprima: Massimo Bixio, Enrico Pozzo e Giorgio Calabrò, più due donne per via delle quote rosa obbligatorie. Alla faccia del cambiamento».

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