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Il neo procuratore di Palermo Lo Voi in bilico: il 19 marzo il verdetto del Tar

I giudici amministrativi del Lazio si pronunceranno nel merito dei ricorsi presentati dagli altri concorrenti all'incarico, i procuratori di Caltanissetta e Messina, Sergio Lari e Guido Lo Forte, che contestano al collega scarsa anzianità e titoli

Il neo procuratore di Palermo Lo Voi in bilico: il 19 marzo il verdetto del Tar

Si deciderà il prossimo 19 marzo il destino della guida della procura di Palermo. Tra poco più di un mese, infatti, il Tar del Lazio si pronuncerà nel merito sui ricorsi contro la designazione di Francesco Lo Voi presentati dai procuratori di Caltanissetta, Sergio Lari, e di Messina, Guido Lo Forte, i grandi esclusi dalla conquista della poltrona di vertice di una delle procure più calde ma più potenti d'Italia. I due magistrati, messi da parte dal Csm che ha scelto il concorrente più giovane, contestano al collega - che nel frattempo si è insediato alla guida dei pm di Palermo - sia un'anzianità insufficiente, sia la mancanza di esperienza specifica in procure antimafia, visto che è stato sì pm ai tempi di Gian Carlo Caselli, ma senza incarichi dirigenziali in campo antimafia.

La scelta di decidere direttamente nel merito i ricorsi di Lari e Lo Voi è arrivata dalla I sezione quater del Tar del Lazio. I giudici del Tar, nelle due ordinanze con cui hanno rinviato la decisione al prossimo 19 marzo, hanno considerato che i ricorrenti hanno «dichiarato di rinunciare alla domanda cautelare proposta con il ricorso (la richiesta cioè di congelare la nomina in attesa della trattazione del ricorso, ndr), potendo le esigenze anche cautelari essere soddisfatte attraverso una sollecita definizione del merito del giudizio». Da ciò, il dare atto della «rinuncia alla domanda di tutela cautelare proposta» e la fissazione per la trattazione del merito nell'udienza pubblica.

Che accadrà? Per il momento nulla, Lo Voi rimarrà al suo posto.

Ma se dovesse saltare canterebbero vittoria quelli che hanno avversato la nomina di Lo Voi, «reo» agli occhi di qualcuno - per tutti l'ex procuratore aggiunto Antonio Ingroia - di essere contro il processo sulla trattativa Stato-mafia.

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