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Medjugorje come il Sinodo Derby tra vescovi sulle visioni

Sulle apparizioni della Madonna reazioni opposte. I progressisti come Schönborn le accettano. Al contrario i conservatori come Müller arrivano a vietare i raduni

Medjugorje come il Sinodo Derby tra vescovi sulle visioni

Oggi Vicka Ivankovic, la prima veggente di Medjugorje, non parteciperà al raduno dei devoti delle apparizioni mariane a Fiuggi. Lo farà, invece, domani a Palestrina, pochi chilometri lontano. La differenza sta nel diverso comportamento adottato dai vescovi delle due diocesi. Una, quella di Anagni-Alatri che comprende il territorio di Fiuggi, è governata da monsignor Lorenzo Loppa, l'altra, quella di Palestrina, è sotto la giurisdizione di monsignor Domenico Sigalini. Comportamenti opposti di fronte al medesimo fatto religioso e in territori confinanti tra loro.

Quello di oggi e domani è uno dei numerosi incontri di preghiera che periodicamente si tengono in Italia cui partecipano migliaia di devoti delle apparizioni mariane che avvengono con cadenza abituale a Medjugorje (Bosnia-Erzegovina) fin dal 24 marzo 1981. Essendo i fenomeni tuttora in corso, la Chiesa non si è ancora definitivamente pronunciata. Nel 1991 la Conferenza episcopale jugoslava ha diffuso una dichiarazione di «non constat de supernaturalitate».

Nel 2010 la Santa Sede ha istituito una Commissione internazionale di studio presieduta dal cardinale Camillo Ruini che nel febbraio scorso ha consegnato le proprie conclusioni alla Congregazione per la dottrina della fede. Nell'ottobre 2013 l'arcivescovo Gherard Müller, prefetto della Congregazione, aveva inviato una lettera molto severa al nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò nella quale richiamava il pronunciamento dei vescovi slavi («Sulla base delle ricerche che sono state condotte, non è possibile affermare che ci siano state apparizioni o rivelazioni soprannaturali») e diffidava fedeli e religiosi dalla partecipazione a un incontro con Ivan Dragicevic, un altro dei veggenti.

Come rivela il mensile «Medjugorje»in un servizio del numero di metà novembre, il 22 ottobre Müller ha spedito una lettera analoga a quella di un anno fa ai vescovi delle diocesi di Anagni-Alatri e di Palestrina.

Da qui il diverso comportamento dei due prelati: monsignor Loppa, assai ligio al dettato del prefetto della Congregazione, monsignor Sigalini, più indipendente.

«In conformità con le “Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni“, la Congregazione per la dottrina della fede sta continuando l'esame degli aspetti dottrinali e disciplinari dei fatti di Medjugorje», ha premesso il vescovo di Fiuggi.

Poi, citando il solito pronunciamento dei vescovi slavi del 1991, ha stabilito che «non è consentito al clero e ai fedeli di nessuna diocesi partecipare a incontri, conferenze o celebrazioni pubbliche per evitare confusione e scandalo». Diversa la reazione di monsignor Sigalini alla lettera di Müller: «Io a quell'incontro ci vado», ha confidato alla rivista «Medjugorje». «Questa preghiera a Fiuggi la faccio, perchè la mia gente prega così, indipendentemente dalla soprannaturalità o meno riconosciuta al fenomeno di Medjugorje. A me interessa l'incontro con Maria e la fede della gente».

Insomma, i fedeli di Medjugorje sono obbedienti ma anche tenaci. E confidano anche nel favore di altre alte gerarchie.

Il cardinale Christoph Schönborn, per esempio.

Il primate di Vienna, che è stato a Medjugorje per il capodanno 2010 e di recente ha espresso il desiderio di tornarci, sta pensando di ospitare un raduno nella cattedrale di Santo Stefano con Ivan Dragicevic nel prossimo mese di gennaio. Vedremo se lo realizzerà davvero. Ma la sensazione è che, Müller da una parte, Schönborn dall'altra, su Medjugorje si riproducano gli stessi schieramenti già visti al recente Sinodo sulla famiglia.

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