Meloni sulla manovra: "Ecco le nostre quattro condizioni. Non votiamo nulla a scatola chiusa"

La leader di Fratelli d'Italia chiarisce i quattro temi sui quali è necessario concentrarsi: "Mettiamo sul tavolo i nostri provvedimenti. Vediamo se saranno accolti"

Meloni sulla manovra: "Ecco le nostre quattro condizioni. Non votiamo nulla a scatola chiusa"

"Sono quattro i temi sui quali bisogna concentrarsi, con provvedimenti che noi mettiamo sul tavolo. Vedremo se saranno accolti". Giorgia Meloni è netta e in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera detta le condizioni al governo e alla maggioranza politica che lo sostiene per dare il proprio via libera alla manovra economica. Per la leader di Fratelli d'Italia, il tema cruciale è il sostegno all'occupazione, "perché quando finirà la cassa integrazione, che anche noi finora abbiamo sostenuto, rischiamo un'ecatombe occupazionale".

La prima proposta

"La nostra proposta è concedere una premialità agli imprenditori che, pur potendo usufruire della Cig, non lo fanno: lo Stato riconosca il sacrficio, riconoscendo una riduzione del carico fiscale e contributivo pari all'80% di quanto sarebbe costata alle casse pubbliche la Cig di quella azienda. Inoltre, si potrebbero ridurre del 50% i contributi a carico del datore di lavoro che abbia subito una perdita del fatturato di almeno il 25% nel primo semestre del 2020", spiega Meloni.

"Rinviare le scadenze"

Secondo la leader di FdI, è necessario poi un intervento in ambito fiscale: "Non si possono pagare tasse su soldi non incassati. Chiediamo di rinviare le scadenze e ricalcolare i tributi sulla base dei fatturati del 2019 e del 2020 unificati. Si paga a giugno del 2021 sugli utili del biennio. Come fossero un unico anno fiscale". E se per Meloni, il criterio "che deve ispirare tutto" è quello di "concedre la massima libertà di impresa", la terza condizione proposta è il sostegno diretto al tessuto produttivo: "Servono contributi a fondo perduto. Un'idea è che chi ha avuto almeno il 25% di calo del fatturato possa trattenere il 50% dell'Iva emessa fino a un massimo di 100mila euro. È un meccanismo virtuoso, che incentiva la produzione di ricchezza ed è anche un modo per favorire l'emersione".

Il tema della povertà

Nell'intervista, Meloni ha affrontato anche il tema dell'aiuto alle persone in difficoltà: "Non possiamo continuare a dare il reddito di cittadinanza di 780 euro, spesso a falsi bisognosi, quando le pensioni di invalidità sono ferme a 280 euro, una cifra così ridicola da essere incostituzionale, come ha detto la Consulta. Fratelli d'Italia ha ottenuto un fondo per aumentarle: ora mettano le risorse necessarie in quel fondo".

"Il governo deve risponderci"

E sull'eventuale risposta dell'esecutivo, la leader di FdI è chiara: "Deve risponderci, nel merito. Oppure lo scostamento se lo votano da soli. Non vogliamo essere corresponsabili dei loro errori". Anche perché, l'aver sostenuto il foverno nelle trattative in Europa, in nome del Paese, non vuol dire che Meloni abbia cambiato opinione sul patto: "L'accordo trovato a Bruxelles non mi piace, comporta rischi enormi: sui tempi, sull'entità dei finanziamenti, sulla condizionalità". E aggiunge che non voteranno nulla a scatola chiusa, nemmeno lo scostamento di bilancio di 25 miliardi, per il quali i voti dell'opposizione, mercoledì prossimo, potrebbero rivelarsi fondamentali. "Abbiamo già votato due volte per uno scostamento complessivo di 80 miliardi, senza essere consultati e con le nostre proposte buttate nel cestino. Abbiamo visto sprechi di denaro per bonus ai monopattini e spese del tutto improduttive. Adesso basta".

L'ipotesi bicamerale

E alla domanda se un'eventuale commissione bicamerale (sul Recovery Fund) fosse un segnale positivo, Meloni chiarisce: "Noi siamo sempre stato disponibili a collaborare, ma è stato inutile. A far fare le passerelle a Conte non siamo più disponibili. Se la commissione fosse paritetica o fosse presieduta dall'opposizione sarebbe un segnale che non c'è volontà di procedere a colpi di maggioranza, uno strumento serio. Altrimenti temo sarebbe inutile. Vedremo".

"Lavorano per dividerci"

Sulla possibilità di un rischio divisione nel centrodestra, la leader di FdI risponde: "Io credo di no. Certo, vedo che stanno lavorando alacremente nel governo per cercare di dividerci e vedo che c'è una discussione in Forza Italia, ma sono persone intelligenti e non vedo quale interesse possano avere a entrare in questo governo, sposandone le scelte più irresponsabili. E constato che, alla fine, noi siamo sempre rimasti compatti. Molto, ma molto più di loro". Come confermato da Meloni, le quattro condizioni proposte da FdI saranno inviate agli alleati, per un confronto, già nella giornata di oggi: "Spero che si possa arrivare a un testo comune, coerente con la compatibilità economica, da presentare subito al governo".

Lo stato d'emergenza

Sull'eventualità di una proroga sullo stato d'emergenza, la leader di FdI non ha dubbi: "Per gli elementi che abbiamo, ci sembra

assolutamente immotivata. O ci spiegano perché si debbano prorogare poteri straordinari al premier, quando in nessun Paese europeo si fa, o ci opporremo. Se servisse, il Parlamento voterebbe lo stato d'emergenza in 24 ore".

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