Il rischio è quello di sempre, storico, perciò ripetuto negli anni e nelle cento occasioni dello stesso tipo. Il rischio è quello di ricavare dallentusiasmo che dilaga in città (stadio Olimpico tutto esaurito da qualche giorno, cioè ben prima della conclusione di Bologna-Roma) aggiunto alla frenesia di regalarsi una serata storica, una miscela capace di mandare fuori giri uomini e gambe, idee e strategie. Perciò uno dei pochi romani-romanisti con la testa sulle spalle e sulla pelle il bruciore di antiche delusioni, Claudio Ranieri insomma, è lunico in circolazione che si ostini a distillare prudenza e a gettare secchiate di acqua gelida sui fuochi della passione che tutto brucia, alimentata dal circuito delle radio e dal tam-tam dei tifosi.
«È bello ritrovarsi a giocare la partita dellanno dopo la falsa partenza» la chiosa didascalica di Ranieri tesa a lucidare la performance della sua striscia, un vero e proprio inseguimento a perdifiato scalando posizioni su posizioni, settimana dopo settimana abolisce ogni altro argomento, ogni sogno di gloria, ogni calcolo sul futuro sviluppo dellimprovvisa e per certi versi clamorosa rincorsa tricolore. Concedendosi appena qualche rallentamento, fino al pari interno col Milan, prima di rimettersi (Udinese e Bologna) a marciare con cadenze serrate, a dispetto di infortuni e assenze eccellenti (contro lUdinese centrocampo fuori uso per squalifica).
Persino una frase di Francesco Totti, da sempre lidolo riconosciuto della Roma romanista, nel corso del suo intervento allUniversità Cattolica allinterno del Policlinico Gemelli, ha dato gas ad aspettative infondate e rinfocolato voci di un miracoloso recupero, poi ridimensionato da opportuni approfondimenti. «Sarò a disposizione della squadra», la garanzia firmata dal capitano che vuol dire accomodarsi in panchina perché non è ancora pronto per partecipare a una sfida così attesa nella quale bisogna spendersi senza calcoli, senza acciacchi da smaltire. «Ci tiene quasi tutta Roma a questa partita, ma la viviamo serenamente» è laltra garanzia firmata da Totti per stemperare la tensione. Spesso brucia energie nervose preziose. E che Francesco sia consapevole della propria condizione è confermato da una battuta colta al volo durante laffollato convegno con gli studenti di medicina: «Diciamo che se prima ero una cellula, ora sono diventato un cellulino». Sullargomento, più arguta la definizione data da Ranieri su Totti («Diciamo che è una cellula staminale») capace di trasformare laula magna in una sezione della curva sud dellOlimpico.
Inutile riepilogare i duelli rusticani con Mourinho, inutile sperare di ottenere da Claudio Ranieri, altro materiale per rimpolpare la rivalità: linterista si è cucito la bocca, il romano-romanista ne ha colto il favorevole risvolto. Nel frattempo, lui e tutta la Roma, possono godere di un particolare vento di simpatia, scoperto per la prima volta, fuori dai confini geografici del grande raccordo anulare. Succederà anche alla Roma, come è possibile capire attraverso i sondaggi di tv a pagamento e no di questi giorni, di ritrovarsi sospinta dal tifo anti-Inter trasversale di tutta lItalia. Non per un merito speciale di Claudio Ranieri e dei suoi allievi, che sono rimasti per mesi sotto il pelo dellacqua, ma grazie a Mourinho e alle sue incendiarie dichiarazioni. Quel che non è riuscito al Milan, nelle ultime settimane, può riuscire alla Roma, sabato notte.
A condizione che resti vivo, nella Roma, lo spirito di Bologna, quando, per esempio, nel tentativo, decisivo, di forzare il blocco bolognese e di mettere al sicuro i tre punti, Ranieri ha rimpiazzato Menez e Vucinic con Cerci e Baptista, questultimo snodo fondamentale del 2 a 0 conclusivo. Già perché tutta Roma ha capito che non è il caso di perdere loccasione storica fornita dal destino. Potrebbe servire per regolare vecchi conti (il rush tricolore di due anni fa, per esempio).
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