Cronache

Romics, raid di Casa Pound contro il fumetto antifascista

Tutto è successo ieri pomeriggio al Romics, la Fiera del fumetto e dell'animazione

Romics, raid di Casa Pound contro il fumetto antifascista

Si chiama “Qvando c’era Lvi”, fumetto, pubblicizzato e venduto nel corso della Fiera Romics, che ha destato le ire di Casa Pound. Il movimento di estrema destra romano ieri pomeriggio ha compiuto un raid allo stand di Shockdom, l’editore del fumetto satirico su Benito Mussolini, disegnato da Stefano Antonucci che immagina il Duce alle prese con i nostri tempi.

“Tre persone hanno iniziato a lanciare alcune pubblicazioni contro lo staff riprendendo il tutto con la videocamera. Nel fare questo hanno chiesto del fumetto Quando c’era LVI”, racconta l’editore Shockdom che ha denunciati i fatti accaduti ieri intorno alle 18, alla Fiera di Roma, dove si stava svolgendo l’ultima giornata del Romics, il festival del fumetto. “Tre uomini – ma la polizia, che è intervenuta immediatamente, parla di cinque persone, ndr – si sono avvicinati allo stand Shockdom, con una videocamera. Uno di essi, fingendo un inciampo, ha versato della coca cola su alcuni volumi”, scrive l’editrice bresciana. “Nel momento in cui gli standisti si sono avvicinati per pulire le copie” è partito l’assalto, con la richiesta a gran voce di avere copie del fumetto antifascista che però erano già tutte esaurite. “Probabilmente l’argomento di cui tratta l’opera, il fascismo e il Duce, è ancora un nervo scoperto per una parte degli italiani e l’emotività può portare a comportamenti non leciti”, commenta l’editrice che valuta danni per un valore di 500/1000 euro, ma “la pubblicazione dei quattro numeri di “Quando c’era LVI” andrà avanti con la programmazione già definita”.

Gli autori del fumetto, Daniele Fabbri e Stefano Antonucci, scrivono sul loro profilo Facebook: “Abbiamo fatto un fumetto sul fascismo perché pensiamo che in Italia ci sia ancora il problema del fascismo, quindi non siamo stupiti di aver ricevuto delle intimidazioni”. Nel pomeriggio di sabato, invece, il candidato alle Comunali di Roma per Casa Pound, Simone Di Stefano, scriveva su Twitter, rivolto a Fabbri: “Non vediamo l’ora di querelarti, dobbiamo stampare altri 10.000 manifesti, la carta costa!”, e annunciava: “Vengo a prenderlo a Romics”. “L’accusa di avere diffamato”, dice Fabbri al Fatto Quotidiano “dipende da una frase del fumetto, dove un personaggio lamenta il fatto che a destra ci sono ‘politici ipocriti, che usano il razzismo per andare in tv ma non hanno mai bruciato un negro in vita loro’. Come si può leggere nessuno fa riferimenti a politici di CasaPound, né intendiamo collegare i fatti di domenica ai tweet di Di Stefano. Certo il fumetto dà fastidio, ma noi lo sappiamo: l’Italia ha 3 problemi, dio, patria e famiglia.

Più in là, forse, parleremo dell’islam”.

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