Paralisi del sonno, apnea, insonnia cronica. I «mali della notte» si possono curare nei centri specializzati in medicina del sonno e vengono diagnosticati con esami specifici. Ne abbiamo parlato con Carolina Lombardi, responsabile del centro di Medicina del sonno dell'istituto Auxologico San Luca a Milano, dove si insegna a dormire bene.
Dottoressa, ci dice un metodo, alternativo ai farmaci, per combattere l'insonnia? Qualcosa che non si limiti alla tisana. «Può essere efficace il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson: una serie di esercizi progressivi, in cui si richiede di focalizzare la propria attenzione sulle varie parti del corpo in maniera sequenziale. È un vero e proprio training, che ha come obiettivo quello di insegnare alla persona a riconoscere e a ridurre la tensione muscolare. Molto utile anche la terapia cognitivo comportamentale mirata a correggere alcuni comportamenti o pensieri disfunzionali che possono creare un circolo vizioso rispetto alla qualità del proprio sonno».
Probabilmente non ci sarà più l'ora legale. È un bene o un male per il nostro sonno?
«Rispettare i ritmi fisiologici e le tempistiche coerenti con il ritmo ambientale, che seguano l'alternarsi naturale della luce e del buio, è molto vantaggioso. Il nostro organismo è progettato per seguire questi ritmi e ogni variazione, anche di una sola ora, può influenzare la secrezione di ormoni e la qualità del sonno e della veglia. Il rispetto o meno di questi ritmi naturali ha inoltre effetti sensibili sulla pressione arteriosa e la frequenza cardiaca».
Cos'è la paralisi del sonno?
«È una dissociazione caratterizzata dalla paralisi fisiologica dei muscoli tipica del sonno Rem che si inserisce in un momento di transizione dalla veglia al sonno. Il sonno Rem è la fase del sonno in cui si verificano i sogni. A un'attività molto intensa del cervello fa da contrappeso la paralisi dei muscoli volontari che serve per impedire al corpo di compiere movimenti incontrollati durante questa fase del sonno».
Di fatto cosa accade?
«Si ha l'impressione di essere svegli ma paralizzati. Però non è pericolosa, anche se mette angoscia. Dura pochi secondi ma chi ne soffre - cioè il 40% delle persone - ha la sensazione che sia molto prolungata e la associa a una sensazione di paura intensa o immagini oniriche».
E l'apnea notturna?
«La sindrome delle apnee ostruttive è l'interruzione della respirazione nel sonno.
È, per esempio, tipicamente legata al sovrappeso, è un fattore di rischio riconosciuto per le malattie cardiovascolari, prima fra tutte l'ipertensione arteriosa. D'altra parte buona percentuale di pazienti con cardiopatia presenta disturbi del respiro in corso di sonno che possono richiedere supporti di ventilazione notturni».MaS
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