ABATE Quarant’anni di arte visti da un occhio consapevole

Villa Medici ospita una mostra retrospettiva del fotografo degli artisti

ABATE Quarant’anni di arte visti da un occhio consapevole

La prima foto l’ha scattata a 16 anni. Protagonista Mario Schifano. Da allora non si è più fermato. Claudio Abate è un vero artista, che utilizza la macchina fotografica in maniera sublime, unica. Non è un caso che tutti gli artisti più importanti si fidino solo dei suoi scatti. Perché sono garanzia di successo. E perché spesso regalano all’opera d’arte quel quid in più. Abate ha iniziato da giovane per non smettere mai, seguendo i suoi contemporanei ma indagando anche le realtà degli artisti più giovani, alla ricerca di talenti ancora non riconosciuti. In questi giorni Roma ne celebra le virtù, con una mostra a Villa Medici, nella quale si ripercorrono le tappe più importanti della sua carriera. Sin dalle fotografie realizzate all’Attico di Sargentini, che più che una semplice galleria negli anni ’60 era il luogo per antonomasia dove avveniva l’arte a Roma. Ci sono immagini dei lavori di De Dominicis, di Pino Pascali, i famosi cavalli di Kounellis. E proprio quest’ultimo, riferendosi ad Abate dice che «le sue foto corrono e scorrono ovunque vi siano immagini problematiche di pittura, vissute con impegno ed esasperazione». Ed è proprio qui che si evidenzia la differenza tra un fotografo e Abate: nella capacità di trasferire emozioni. Le immagini fotografiche, quasi tutte realizzate con l’analogica, hanno più o meno le stesse dimensioni, e nello sviluppo in bianco e nero si evidenzia maggiormente il valore di Abate, in quei particolari, in quelle sfumature, che non hanno bisogno del colore. In molti casi è la luce a fare la differenza, a sottolineare, a individuare zone altrimenti non visibili. Ma anche laddove utilizza il colore, Abate riesce lo stesso a guadagnarsi il plauso. Realizzando capolavori, utilizzando solo le sue macchine, senza mai un ritocco digitale. È il suo occhio l’artefice di immagini così belle, preziose, ma reali.

Nel seguire il percorso della mostra sembra quasi di poter sfogliare un libro di arte contemporanea, che parte dall’Arte Povera, fino ad arrivare a foto di lavori, scattate anche nella stessa Villa Medici in occasione di alcune mostre solo alcuni mesi fa. Quarant’anni di arte, rivissuti attraverso un occhio consapevole di ciò che andava fotografando. E forse è per questo che Abate ormai viene tenuto in considerazione al pari degli artisti tante volte fotografati.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica