Abolire il coperto, però ci sono casi in cui torna utile

Ci sono spunti e temi che non tramontano mai. L’avversione al coperto è eterna. Scrive il lettore Luigi Grondona: «Sul Giornale di domenica 27 settembre ho letto che l'Osteria della Bietola a Pontremoli inserisce il coperto per 2 euro. È una cattivissima abitudine italiana. In Francia, Gran Bretagna, Spagna, Grecia tale assurda voce non esiste. Sarebbe finalmente l'ora che sparisse pure da noi. Facciamo una brutta figura di fronte ai turisti stranieri e scocciamo gli avventori italiani. L'attività di ristorazione, come tutte le attività umane, comporta dei costi ma il lavaggio delle tovaglie e dei tovaglioli non dovrebbero apparire in conto. Il prezzo dovrebbe coprire, oltre all'acquisto e alla preparazione dei cibi, anche quello del coperto senza essere indicato come tutti gli altri che concorrono a formare le spese e il guadagno di un ristorante. Non si può fare qualche cosa per adeguarci agli altri paesi stranieri?».
A parte che in genere noi italiani facciamo i furbi, perché quando a Roma hanno abolito il coperto si è iniziato subito a far pagare il pane, sovente senza farlo presente prima, è anche vero che spesso in locali come l’Osteria della Bietola, dove difficilmente si arriva a spendere 30 euro per 4 portate, il coperto scatta solo per chi ordina un primo e una mezza minerale, abbuffandosi di filoncini.

È una forma di difesa.

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