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Addio a Sakamoto, l'ultimo imperatore delle colonne sonore

Aveva conquistato l'Oscar per la colonna sonora de L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (sua anche quella de Il tè nel deserto) ma era famoso per le sue sperimentazioni e per le sue ricerche

Addio a Sakamoto, l'ultimo imperatore delle colonne sonore

Aveva conquistato l'Oscar per la colonna sonora de L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (sua anche quella de Il tè nel deserto) ma era famoso per le sue sperimentazioni e per le sue ricerche (spesso ardite) musicali. Ryuichi Sakamoto se n'è andato troppo presto, a 71 anni colpito da un tumore alla gola.

Ha fatto di tutto Sakamoto, ha portato persino un singolo nella hit parade, il brano Forbidden Colours, cantato da David Sylvian, tratto dal film Furyo con David Bowie. Era una star Sakamoto, ma era un uomo molto semplice e schivo che pensava soltanto all'arte...Era partito dal jazz (citava tra le sue influenze principali John Coltrane, John Cage e Beatles) ma poi si era spostato verso la musica elettronica fondando la Yellow Magic Orchestra che - a parte il Giappone - alla fine degli anni Settanta spopolò anche nei paesi britannici con un pugno di accattivanti singoli e alcuni album che sono ancora un punto di riferimento per la moderna techno.

L'elettronica è dunque il suo marchio di fabbrica, ma viene spesso mescolata con l'idioma pop e con la musica popolare di diversi Paesi, creando suggestive melodie che fondono oriente e occidente. «L'elettronica è il metodo più complesso e più completo per comporre e suonare musica - diceva sempre -. Ma le radici popolari di ciascun paese sono qualcosa di imprescindibile». Così nel 1984 abbandona la Yellow Magic Orchestra per una brillante carriera da solista con album come Illustrated Musical Encyclopedia (che in Giappone aveva un altro titolo) il disco che suggellò il suo successo mondiale. Continuò ad incidere in Giappone, ma sul mercato mondiale Neo Geo ebbe un enorme successo con la sua varietà musicale e gli ammiccamenti al pop di qualità. Dopo il citato Oscar (1987) pubblicò numerose colonne sonore come Piccolo Buddha sempre per Bertolucci e Tacchi a spillo per Almodovar.

Come dicevamo era estremamente eclettico. Celebri e importanti i suoi album per piano solista come Back to the Basics tanto quanto le sue innumerevoli collaborazioni soprattutto con artisti inglesi ma ha messo le mani anche sul rock tosto di Iggy Pop, sul sound africano di Yossou N'Dour e ha lavorato anche col brasileiro Caetano Veloso. Impegnato nel sociale, ha contribuito a organizzare nel 2012 il concerto No Nukes. Sempre curioso di tutto ha prodotto anche sonorità per i videogiochi. Nel 2014 ecco la prima tegola. Annuncia un tumore alla laringe, nato da un banale fastidio alla gola. Sparisce un anno ma poi ricompare sul suo sito web, per la gioia dei fan, e pubblica la colonna sonora del film Revenant.

La sua influenza sulla musica elettronica, sulla acid house e sulla techno è sempre più marcata anche se lui è sempre più defilato per motivi di salute, ma riesce a pubblicare nel 2017, Nsync, un ottimo album che costituisce il su testamento sonoro.

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