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Addio solitudine. Come trovare amici per viaggi e cene

È iniziata una nuova era: ora internet fa incontrare persone che hanno una passione comune. Così i rapporti tornano a essere veri e non virtuali

Addio solitudine. Come trovare amici per viaggi e cene

Qualcuno li demonizza («Creano isolamento e rendono superficiali i rapporti»). Qualcun altro li esalta, per la loro capacità di creare reti. Quel che è certo è che i social network hanno rivoluzionato il modo di stare insieme. Negli ultimi anni si è prepotentemente affermato un nuovo fenomeno, che vede siti e blog protagonisti di un rilancio delle amicizie anche nel mondo reale. Si tratta dei social che dalla modalità online permettono di passare a quella offline. I primi, in ordine cronologico, sono stati i siti che promettono di far incontrare l'anima gemella. Ma adesso ad avere di gran lunga più successo sono quelli che si basano sulla condivisione di passioni comuni. Ci si incontra sulla chat e poi ci si dà appuntamento nella realtà. E molte volte si resta amici.

DALLA TAVOLA AL CALCETTO

Uno dei più nuovi e amati nel panorama internazionale si chiama Fubles.com ed è dedicato agli amanti del calcetto. Basta iscriversi alla piattaforma per trovare decine di appassionati disponibili, nella stessa città, a condividere il campo e a divertirsi insieme. O per localizzare una partita già organizzata e aggregarsi al gruppo. Molto in voga sono anche le piattaforme che permettono di condividere l'amore per la buona tavola. Una delle più famose al momento è Gnammo e si basa su un'idea semplice quanto geniale: il cosiddetto social eating. Il sito offre agli utenti iscritti la possibilità di organizzare pranzi e cene a casa propria o in qualunque altra location privata e di mettere la propria tavola al servizio di chiunque voglia partecipare. Così un gruppo di perfetti estranei si ritrova a mangiare insieme, e a conoscersi. E poi ci sono i ristoranti diffusi che permettono agli abitanti dei piccoli borghi di mettersi in rete, aprendo le proprie case e trasformandole in luoghi di aggregazione e buon cibo. Come recentemente è accaduto a Tricase Porto, provincia di Lecce, dove dieci mamme hanno aperto le proprie cucine per far assaggiare ai turisti il meglio della tradizione gastronomica salentina.«Non c'è dubbio che i social network siano ormai un nuovo sistema operativo sociale, perché rappresentano un modo rivoluzionario di relazionarsi spiega Francesco Saviozzi, docente dell'università Bocconi di Milano -. Tutto è cominciato con Facebook, che però pone diversi limiti. Perché i rapporti tendono a restare più in superficie e perché non tutti gli utenti amano essere inclusi in sistemi così generalisti. Per questo hanno cominciato a crescere i social che si basano su passioni comuni o i cosiddetti location based, che fanno perno su un determinato luogo o sono focalizzati su una determinata città». Un esempio, in questo senso, sono le social street. Sono strade a tutti gli effetti, che però hanno anche una vita parallela sul web. Uno dei primi esempio in Italia è nato a Milano, in via Maiocchi, quartiere Porta Venezia. Nel 2013 è stato fondato il gruppo, che mette insieme abitanti ed esercenti della zona. In questo modo non solo è più facile condividere informazioni utili e scambiare pareri, ma anche relazionarsi grazie all'incontro collettivo organizzato una volta al mese. E poi c'è Circle, l'app in grado di trovare nuovi potenziali amici in una città. Anche in questo caso il primo contatto avviene via chat, poi si passa alla relazione vera e propria. L'unico requisito richiesto dal programma è trovarsi geograficamente vicini. Il successo è assicurato, visto che in pochi mesi si sono iscritti più di un milione di utenti.

GRANDI CITTÀ, PICCOLI PAESI

Questi programmi normalmente hanno successo nelle grandi città o, in alternativa, nei centri piccolissimi prosegue Nicoletta Vittadini, sociologa dell'università Cattolica di Milano -. Questo perché entrambe le situazioni creano maggiore difficoltà di incontro. I contesti urbani sono troppo dispersivi, i piccoli borghi regalano meno chance. In questi casi i social servono proprio a mediare, permettendo a persone estranee di condividere qualcosa». In quest'ottica i siti non devono essere demonizzati. «Quando servono a fare networking possono, al contrario, essere molto preziosi continua l'esperta -, perché non hanno l'ambizione di sostituirsi ai rapporti, ma solo di facilitarli fra persone che hanno le stesse esigenze o lo stesso modo di vedere il mondo. Per questo i margini di espansione sono ancora notevoli, come dimostra il fenomeno del social eating che è in costante crescita». Oppure quello legato al mondo dei viaggi. L'apripista è stato Blablacar, l'app di carpooling che fa incontrare proprietari di automobili in partenza con potenziali passeggeri. Viaggiare insieme permette di risparmiare molti soldi e, chilometro dopo chilometro, di creare relazioni che in qualche caso durano le tempo. In tempi più recenti sono nati molti altri esempi. Crazy Cruises, per citarne uno, è un famosissimo blog dedicato al mondo delle crociere. È nato nel novembre del 2013 e mette in rete gli appassionati del settore provenienti da Europa, America Latina, Stati Uniti e Paesi dell'Est. Sulla piattaforma gli utenti possono comunicare e cercare compagni di viaggio. E poi, grazie ai raduni nazionali, possono incontrarsi nella realtà e diventare amici. Sempre ai viaggi è dedicata TravBuddy, una piattaforma creata per aiutare gli utenti a rintracciare persone con le quali condividere una vacanza. Il sistema è semplice: si può creare un profilo e dire dove si vuole andare aspettando che risponda qualcuno. In alternativa, si possono scorrere le varie proposte di viaggio di altri utenti e, se si vuole, organizzarsi per partire con quella persona. Un sito simile è GapYear, che permette di creare piani di viaggio e di pubblicare idee, anche originali, o di trovare compagni di avventura e incontrarsi con altre persone. Infine c'è il popolarissimo Couchsurfing, uno fra i siti più famosi fra i viaggiatori moderni perché consente di trovare nuovi amici all'estero che possano offrire ospitalità a casa loro. Ma perché, nel 2016, per trovare nuovi amici serve il filtro del web? La risposta è semplice: in un mondo sempre più frettoloso e complesso occorre allargare il campo delle possibilità.

ATTENTI AL LUPO

«La dimensione relazionale è fondamentale nella vita sociale di chiunque conferma Giuseppe Riva, psicologo dell'università Cattolica -. Fino alla nascita dei social network le reti sociali erano limitate dalle effettive possibilità fisiche. Ma le risorse con il tempo tendono a esaurirsi. Gli amici di una vita vanno via o scoprono nuove esigenze, e così si rischia di rimanere soli. L'avvento di Facebook ha in qualche modo risolto questo nodo». Questo spiega il successo inarrestabile delle piattaforme su internet.«I social non fanno altro che allargare le opportunità legate a interessi o passioni che nelle reti sociali tradizionali sarebbe più difficile reperire dice -. Insomma, permettono di condividere qualcosa anche al di fuori della cerchia di amici storici». Ma queste relazioni 2.0 qualche insidia la nascondono. «Naturalmente quando si ha a che fare con gente che non si conosce è più difficile capire se ci si possa fidare o meno conclude -. Ma è comunque bene ricordare che la maggior parte dei social si basa sui feedback degli altri utenti, e questo diminuisce il rischio di vivere una disavventura.

Il consiglio è comunque di tenere alta l'attenzione, perché le frodi sono sempre in agguato e con esse il pericolo di scoprire che dietro un determinato profilo si nascondano persone poco raccomandabili».

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