Festival di Sanremo

All'Ariston ormai non c'è più l'eros. Solo ricordi

Niente sesso siamo a Sanremo. A parte le giarretterie di Annalisa si vive di ricordi

All'Ariston ormai non c'è più l'eros. Solo ricordi

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All'Ariston ormai non c'è più l'eros. Solo ricordi

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Niente sesso siamo a Sanremo. A parte le giarretterie di Annalisa si vive di ricordi, tipo la farfallina di Belen e la bellezza feroce di Loredana che però propone una immagine opposta, stracciata, desolata più che desolante. Sessismo? Prevedo musi storti, mormorii, metoo delle solite caterinette del nulla ma la femmninilità è roba troppo seria per essere violentata dalla propaganda ideologica. Perché allora ricorrere alle vallette, anche se non si chiamano più così? E perché individuarle di un certo tipo, dunque che non facciano clamore per scollature e cosce al vento? Ridateci Ballando con le Stelle, allora, con donne oltre le gonne c'è di più, evitiamo le esibizioni sguaiate di Ciao Darwin però Sanremo deve ritrovare quel tocco di sensualità che non può certamente essere riassunto dal bacio del conduttore alla propria consorte così come quello grossolano di Fedez a Rosa eccetera ma, dico io, la bellezza pura e dura delle donne, veri fiori di Sanremo, non è romanticume da baci cl cioccolato con nocciola, semmai è il piacere della vita, è la freschezza di immagini non artefatte, gonfie e gonfiate. Perché i piedi scalzi della Mannoia, tipo Sandie Shaw dei bei tempi, sono anche quelli un segnale di femminilità elegante, senza dover ricorrere a posture o linguaggi da trivio. Niente da fare, ormai la parità, doverosa, obbligatorio, civile, viene confusa con una normalizzazione che a nulla serve se non a confondere, ad appiattire, a rendere anonima e ordinaria ciò che, invece, è la bellezza nelle sue espressioni migliori, immediate, lo sguardo, la bocca, il corpo, totale la donna, da sempre e per sempre. Prevedo stupori e mormorii di retrobottega. Viva Annalisa, viva Loredana, viva Fiorella.

Il resto appartiene ai comizianti da palcoscenico.

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