Sport

Da Allemandi a Rossi, tutti gli scandali del calcio

La prima corruzione risale al 1926-27: il terzino bianconero favorì una vittoria del Torino in cambio di 50mila lire. Nel 1980 esplose il calcioscommesse che portò Milan e Lazio in B

1926-27
IL FATTO. Un dirigente del Torino, Nani, tramite uno studente siciliano, offre 50mila lire al terzino della Juventus, Luigi Allemandi, perché favorisca la vittoria del Torino nel derby. Il 5 giugno 1927 i granata vincono 2-1, poi conquistano il titolo.
LE SANZIONI. Titolo revocato al Torino, Allemandi squalificato a vita. Per il terzo posto della nazionale all'Olimpiade 1928 il giocatore viene amnistiato, passa all'Inter e vince uno scudetto e con la nazionale è campione del mondo 1934.
1942-43
IL FATTO. È l'ultimo campionato di guerra. Alcuni risultati strani nelle partite che coinvolgono le squadre che lottano per non retrocedere (Bologna-Venezia 1-2, Inter-Vicenza 1-2, Bologna-Venezia 0-2, Juventus-Vicenza 2-6, Triestina-Roma 2-0, Inter-Venezia 1-4) provocano l'inchiesta. Molti giocatori di Inter, Juventus e Bologna vengono squalificati a tempo (da 4 a 2 mesi), Venezia e Triestina multate di 10mila lire. In serie C retrocessioni e radiazioni per Biellese, Mantova e Parma. Il 1º luglio 1943 la federcalcio sospende l'attività per motivi bellici, tutte le sanzioni vengono annullate.
1954-55
IL FATTO. Da un colloquio fra giocatori prima di Lazio-Pro Patria 1954-55 esce l'indiscrezione che i giocatori lombardi avevano venduto (140mila lire ciascuno) la partita all'ultima giornata del campionato 1952-53 all'Udinese, che con quella vittoria si era salvata. L'inchiesta tardiva accerta la fondatezza dell'indiscrezione.
LE SANZIONI. L'Udinese, seconda classificata a 4 punti dal Milan, retrocessa in serie B. Molti giocatori della Pro Patria squalificati a tempo.
1954-55
IL FATTO. Il Treviso perde 3-1 con il Brescia e dalla serie B retrocede in C ma accusa l'arbitro romano Ugo Scaramella di aver favorito i lombardi. L'inchiesta scopre che l'arbitro era stato corrotto anche per partite di serie A e particolarmente dal Catania.
LE SANZIONI. Il Catania (dodicesimo in classifica) retrocesso in serie B. L'arbitro Scaramella e il giornalista-segretario del Catania, Sterlini, radiati.
1959-60
IL FATTO. Il 12 aprile 1960 Gino Cappello, ex centravanti di Bologna e Milan e della nazionale, consegna un milione a Cattozzo, terzino dell'Atalanta, perché favorisca la vittoria del Genoa, ultimo in classifica. Cattozzo accetta ma informa la società e la federcalcio. Il Genoa perde 2-1 la partita comprata.
LE SANZIONI. Il Genoa, retrocesso sul campo, penalizzato di 28 punti di cui 10 da scontare nel successivo campionato di B (la Caf riduce a 7 punti la penalità). Squalifica a vita a Cappello, tesserato per il Cral Tramvieri Bologna.
1973-74
IL FATTO. Il brasiliano Sergio Clerici, centravanti del Napoli, telefona a Saverio Garonzi (concessionario di auto), presidente del Verona nelle cui file ha militato in precedenza, per chiedergli di favorirlo per l'apertura di una concessionaria Fiat in Brasile. Nella telefonata, che viene intercettata, si parla anche di alcune partite combinate o dall'esito sospetto.
LE SANZIONI. Il Verona, che s'era salvato, retrocesso all'ultimo posto, Foggia penalizzato di 6 punti (retrocedono in B assieme al Genoa già condannato). Sampdoria 3 punti di penalità ma resta in A.
1979-80
IL FATTO. Il primo marzo 1980 l'oste romano Alvaro Trinca e il fruttivendolo Massimo Cruciani denunciano alla procura di Roma 11 giocatori accusandoli di aver alterato i risultati di molte partite e di truffa per non aver mantenuto le promesse fatte in occasione di quelle partite. Il 23 marzo 1980 la Guardia di finanza arresta negli stadi 11 giocatori (Albertosi, Della Martira, Zecchini, Manfredonia, Wilson, Cacciatori, Giordano, Magherini, S.Pellegrini e Girardi) e il presidente del Milan, Felice Colombo. Il 29 aprile la federazione sospende Paolo Rossi, Chiodi, Viola, Garlaschelli, Cattaneo, Di Somma e De Ponti.
LE SANZIONI. Il 14 maggio 1980 s'apre il processo: Milan e Lazio retrocesse in B, 21 giocatori vengono squalificati, per un totale di 51 anni, fra cui S.Pellegrini (Avellino) 6 anni, Cacciatori (Lazio) e Della Martira (Perugia) 5 anni, Albertosi (Milan) 4 anni, Paolo Rossi (Perugia) 2 anni. Al presidente milanista Colombo inibizione a vita. Al processo penale tutti i tesserati - giocatori e dirigenti - vengono assolti perché il fatto non sussiste.

Dopo la vittoria mondiale 1982 la federcalcio promulga l'amnistia per i reati puniti con squalifiche inferiori a cinque anni.

Commenti