Il loro amore era nato dietro le luci tiepide emesse dalla tv di casa. Susann lo aveva notato durante un'intervista per Eurosport ed era rimasta sedotta da quei modi gentili che si mixavano alla stazza prorompente. Così aveva contattato l'emittente per chiedere un contatto di quell'atleta: missione compiuta. Da lì era iniziata una corrispondenza via mail. Lei abitava a Zwickau, in Sassonia. Lui in Austria.
Lui è Matthias Steiner, sollevatore di pesi massimi diventato celebre nel 2008 per una storia che fonde tristezza e riscatto. Nato nel 1982, si era approcciato alla disciplina fin da giovanissimo, evidenziando un talento nitido. In patria se la cavava benissimo, al punto da riuscire ad affastellare quattro titoli nazionali in quattro anni, nella categoria dei 105 kg. Quando però si trattava di uscire fuori dai confini nazionali, le sue performance iniziavano a farsi balbettanti. A livello internazionale soffriva alquanto in entrambe le specialità del mestiere, lo strappo e lo slancio. Ai campionati mondiali, così come agli europei, il podio era per lui sempre un vagheggiato miraggio.
Per aggiungere male al peggio, un diverbio con l'allenatore della federazione del suo paese lo aveva portato, agli inizi del Duemila, a distaccarsi dalla nazionale. Quando però le cose si stanno mettendo male ecco che spunta lei, Susann, quasi a ripescarlo da un abisso di frustrazione. La distanza si accorcia subito e, senza più uno schermo a separarli, l'amore sboccia fluido. Al punto che lui prende una decisione netta: le chiede di sposarsi, si trasferisce in Germania e fa domanda per ottenere la cittadinanza tedesca. Nei tre anni che servono per riceverla, però, è interdetto da ogni competizione con il suo paese di appartenenza.
L'amore va dunque molto bene, ma la forma migliore è da ritrovare. In questo periodo di oblio forzato, tuttavia, Steiner fa una promessa alla moglie: non sa ancora come, non sa ancora quando, ma vincerà un oro olimpico. Mentre allestisce il suo riscatto sportivo, però, viene squassato dalla brutalità del fato. A luglio del 2007 Susann resta coinvolta in un tragico incidente stradale e perde la vita.
Matthias è sconvolto e sprofonda in una depressione acuta. Perde 8 kg in pochi giorni, insieme alla voglia di vivere. Ma poi capisce che deve provare ad andare avanti. Che deve farlo anche per lei. Affidandosi a questa motivazione partecipa al torneo pre-olimpico di Pechino e lo vince, sollevando un carico totale di 423 kg. Nel 2008 gareggia anche ai campionati europei, nella categoria dei 105 kg, e vince l'oro. La sfida più grande però deve ancora arrivare.
Alle Olimpiadi, dopo il ritiro del detentore del record mondiale Hossein Rezazadeh, il duello è tutto tra lui, Evgeny Chigishev e il campione mondiale Viktor Scerbatihs. Steiner però parte male, fallendo il terzo tentativo di strappo e piazzandosi in un momentaneo quarto posto con 203 kg sollevati. L'idea dell'oro appare ormai sfumata, perché per raggiungerlo servirebbe un'impresa disumana.
Chigishev, intanto, balza in testa tirando su 250 kg nello slancio. L'alzata finale richiede di superarlo di 10kg nel conteggio complessivo per aggiudicarsi l'oro: considerati i fallimenti precedenti, appare un'impresa impraticabile. Eppure Steiner non molla. Potrebbe provare ad accontentarsi dell'argento, perché caricare eccessivamente e poi fallire di nuovo corrisponderebbe ad un disastro. Invece carica il bilancere al massimo. Oltre i suoi limiti. Quella promessa vuole provare a rispettarla.
Così, contro ogni previsione, spreme ogni grammo delle forze residue e solleva nello slancio 258 kg, per un totale di 461. Significa oro olimpico. Matthias crolla a terra, piangendo.
E, una volta salito sul gradino più alto del podio, sorride sfoggiando un'istantanea di sua moglie accanto alla faccia. Alla stampa ed al commosso pubblico che lo ascolta in mondo visione dice: "Non credo a queste cose, ma so che oggi lei è stata con me". Certi amori se ne infischiano delle distanze.
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