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Gli ammazzabotteghe: Veneto e Lombardia ko

Come sono cambiati i professionisti delle estorsioni che mettono ko commercianti e artigiani. Soprattutto nel Nord Italia

Gli ammazzabotteghe: Veneto e Lombardia ko

Dimentichiamo i picciotti in coppola e lupara che girovagano per botteghe a chiedere il pizzo: anche le estorsioni si sono aggiornate. «Andare a chiedere 200 euro in un negozio non si fa più, è da morti di fame», ha spiegato di recente Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro. E che cosa succede? In Calabria, dice il magistrato, «ogni famiglia della 'ndrangheta ha due o tre negozi all'ingrosso e il piccolo imprenditore deve andare lì a fare gli acquisti se vuole stare tranquillo». In Sicilia il mese scorso la Dda di Catania ha arrestato i membri di una famiglia mafiosa titolare diun'azienda di cassette e bancali per ortofrutta di cui imponeva l'acquisto ai piccoli commercianti.

È l'estorsione degli ammazzabotteghe, di quelli che non si sporcano più le mani ma riciclano i soldi della cocaina e dell'usura nell'economia pulita. Non strangolano le vittime, le lasciano vivere con la testa appena fuori dall'acqua. L'estorsione diventa un ingranaggio del sistema economico, un modo per ripulire il denaro sporco e controllare (...)

(...) settori produttivi che funzionano.

Nella relazione annuale 2016 il commissario straordinario antiracket e antiusura rileva il legame tra crisi economica e aumento dell'economia criminale: l'aggravarsi dei problemi finanziari fa sprofondare piccoli commercianti e artigiani nel gorgo dell'usura mentre sportelli illegali paralleli gestiti dalla criminalità organizzata con intimidazioni e minacce colpiscono al cuore consolidate potenzialità produttive. Si crea un circolo vizioso: la crisi induce a rivolgersi all'economia criminale che esaspera le condizioni di marginalità sociale.

NORD-SUD, COSA CAMBIA

Secondo l'ufficio studi degli Artigiani di Mestre negli ultimi cinque anni (2010-15) le denunce per estorsione sono aumentate del 64,2 per cento: da quasi 6mila a quasi 10mila. Gli incrementi percentuali più importanti si sono verificati nel Nordest, anche se i numeri dicono che è la Lombardia la regione dove si denuncia di più, seguita da Campania e Lazio. Segno che «questi gruppi criminali organizzati si sono diffusi in modo capillare in tutto il Paese, soprattutto nelle regioni più ricche», dice il coordinatore, Paolo Zabeo. E il segretario della Cgia mestrina, Renato Mason, spiega che una delle ragioni che spinge molti piccoli imprenditori in braccio a estorsori e usurai «è il perdurare della stretta creditizia praticata dalle banche nei confronti di aziende e artigiani a corto di liquidità e tradizionalmente sotto capitalizzate». Al Nord il settore economico più colpito dai taglieggiatori è quello del commercio mentre al Sud le imprese del movimento terra (sabbia, ghiaia, cemento, costruzioni) legate agli appalti edili e stradali: soldi pubblici garantiti. Nell'aumento delle denunce del Nordest sono conteggiate anche quelle contro le banche venete che spesso chiedevano di acquistare proprie azioni in cambio della concessione di mutui e secondo molti soci (e i loro legali) ciò potrebbe costituire una forma di estorsione operata da colletti bianchi e non dai mammasantissima.

Il professor Vincenzo Militello, ordinario di diritto penale all'università di Palermo e studioso dell'economia criminale, ritiene che non ci sia un rapporto diretto tra aumento delle denunce di estorsione e la diffusione del fenomeno: «Dai nostri studi risulta uno scollamento tra criminalità effettiva e rilevata. Esiste un'area oscura nella quale incide molto la propensione a fare emergere le illegalità, che nel contesto territoriale di Sicilia e Calabria non supera il 20 per cento.

LE RICHIESTE DI AIUTO

C'è da dire che dieci anni fa gli indicatori erano fermi al 10 per cento, il che comunque conferma che le denunce sono in crescita. In questo incide anche la maggiore presenza dello Stato attraverso le associazioni a favore delle vittime e l'attività del commissario antiracket e antiusura».

All'ufficio del commissario straordinario del governo, che è il prefetto Domenico Cuttaia, fa capo il Comitato di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura e la definizione delle domande di aiuto. Sono stati distribuiti nel 2016 quasi 10 milioni di euro a 138 vittime, oltre la metà nelle regioni meridionali, più altri 3 milioni scarsi come risarcimento per 30 casi riconosciuti di lesioni personali. Enormemente maggiore è il budget destinato ad associazioni e fondazioni che gravitano nel Programma operativo nazionale Legalità: il Pon 2007-13 ha finanziato 454 progetti per 869 milioni di euro mentre quello in essere, 2014-20, ha una dotazione di 378 milioni.

È un altro business, quello dell'antimafia.

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