Referendum 2011

ANALISI Risultato netto e ora il centrodestra sarà capace di cambiare?

La sinistra ha strumentalizzato il referendum, ma al di là del risultato, ormai scontato, il centrodestra deve prendere atto del momento difficile reagendo nell'unico modo possibile: con le riforme e una nuova identità

ANALISI Risultato netto 
e ora il centrodestra 
sarà capace di cambiare?

Il risultato è netto ed è incontestabile. Forse nemmeno i promotori del referendum osavano sperare in un'affluenza superiore al 57% e ora possono festeggiare l’approvazione dei 4 referendum con maggioranze plebiscitarie.  I partiti di centrodestra non si sono impegnati nella campagna elettorale lasciando di fatto libertà di voto. Formalmente non possono essere associati alla sconfitta, ma nella realtà dei fatti sì.

Questo è stato anche – e forse soprattutto – un voto che la sinistra ha strumentalizzato contro il governo, sull’onda dei risultati delle amministrative, mostrando evidente ipocrisia e notevole cinismo (perchè su almeno 3 dei 4 quesiti il Pd fino a poche settimane era favorevole alle leggi che ora gli elettori hanno abrogato), ma con indiscutibile efficacia politica.

Ora si annunciano settimane difficili per la coalizione, che si trova in una situazione di oggettiva e soprendente debolezza. Berlusconi vive il momento meno felice della sua lunga carriera politica e per la prima volta sembra aver smarrito la capacità di essere in sintonia con i suoi elettori; ma Bossi pare persino più in difficoltà. La Lega non è più credibile come forza di fronda e di protesta, ma non risulta convincente nemmeno come forza di governo. Sembra aver smarrito la sua identità e questo spiega il nervosismo del suo vertice.

Nei prossimi giorni sono in calendario il 16 la sentenza sul Lodo Mondadori, il 19 l’adunata leghista a Pontida, il 22 il voto alla Camera. Passaggi insidiosi di cui la sinistra tenterà di approfittare, magari con la complicità dei Responsabili. Il governo riuscirà a resistere? Forse sì perché in questo momento né la Lega né il Pdl hanno interesse ad affrontare una crisi da una posizione di debolezza e senza avere un’idea del dopo.

Di certo, però, non possono accontentarsi di misure tampone. Gli italiani, che restano in maggioranza moderati e conservatori, non si riconoscono in Vendola, Di Pietro e nemmeno in Bersani, ma al contempo non sono soddisfatti di come il centrodestra ha gestito il Paese negli ultimi anni.

Gli italiani chiedono fatti. E il Pdl e Lega con i fatti devono rispondere, recuperando una capacità comunicativa che oggi appare compromessa ed elaborando un progetto ambizioso, identitario  imperniato su poche, nette, condivisibili riforme, basate su un'analisi concreta e non retorica dei problemi dell'Italia di oggi.

Ne saranno capaci?

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