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Anche le compagnie accelerano sul «digitale»

Big Data sempre più centrali per intercettare le esigenze della clientela

Onofrio Lopez

A un osservatore esterno il mondo bancario e quello assicurativo potrebbero sembrare due universi paralleli. In realtà, i punti di contatto sono molti. Banche e assicurazioni hanno gli stessi problemi e, in gran parte, le stesse opportunità. In primo luogo, devono confrontarsi con un ciclo macroeconomico di tassi bassi che comprime i rendimenti e obbliga alla ricerca di soluzioni alternative. In secondo luogo, i regolatori di entrambe queste attività spingono sempre più le normative verso operazioni il cui assorbimento di capitale sia più contenuto. In due parole: transizione digitale.

Una recente analisi di Boston Consulting Group ha evidenziato come le compagnie di assicurazione debbano trasformarsi in asset manager e viceversa. Che cosa significa? Considerando che in Europa oltre il 40% del portafoglio delle compagnie è investito in obbligazioni e che i rendimenti oscillano tra il 2 e il 3%, tutto il settore finanziario è tenuto a risparmiare sui costi di produzione di ogni pacchetto offerto ai clienti.

E se si risparmia nella produzione bisogna contenere i costi anche nella distribuzione. E questo risparmio ha un nome: Big Data. La profilazione dei clienti, dei loro bisogni assicurativi e/o bancari, della loro propensione al rischio diventa subito una matrice sulla quale combinare le offerte. Il mondo del credito ha avviato questa trasformazione un po' prima anche perché la crisi ne aveva minato consolidate certezze.

Le assicurazioni sono partite dopo ma procedono velocemente. Lo schema del business sta evolvendo dal vecchio B2B2C al nuovo D2C. Sono gli acronimi inglesi di «business to business to consumer» (cioè dalla compagnia all'agenzia/banca al cliente) e di «direct to consumer» (direttamente al consumatore tramite i canali digitali). Possono apparire formule astruse, ma il funzionamento è molto semplice: basta registrarsi su un sito Internet di comparazione o scaricare un App sullo smartphone per essere subito «inquadrati» come destinatari di un'offerta su misura. Le banche lo fanno già con i mutui, con i conti correnti e anche con i prodotti di risparmio. Le assicurazioni sono destinate a estendere sempre più questa prassi.

Questo comporterà uno stravolgimento della nostra esperienza bancaria/assicurativa? Non necessariamente. Basta guardare ad alcuni esempi italiani: gruppi come Intesa Sanpaolo, Generali e Poste Italiane mantengono all'interno tutta la filiera di prodotto, Unicredit prosegue da lunghissimo tempo la partnership con Allianz, idem per Mps-Axa, per Cattolica con Ubi e Iccrea, per Groupama con PopolareBari e per UnipolSai con il gruppo Bper del quale è il primo azionista. La rivoluzione tecnologica è silenziosa. Le piattaforme online non hanno cancellato le agenzie di viaggio.

Lo stesso accadrà nel mondo finanziario.

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