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Annuncio solenne di Obama "Gli Usa si ritirano dall'Iraq La storia giudicherà Bush"

"Dopo quasi nove anni la nostra guerra in Iraq finisce questo mese. Inizia una nuova era". Poi l'avvertimento all'Iran: "Non interferisca". Ma assicura che, ad esempio nei rapporti con la Siria, al-Maliki è libero di decidere come muoversi

Annuncio solenne di Obama "Gli Usa si ritirano dall'Iraq La storia giudicherà Bush"

Era il marzo del 2003 quando George W. Bush lanciò l'invasione dell'Iraq con un contingente internazionale, per abbattere il regime di Saddam Hussein. Oggi Barack Obama annuncia solennemente la fine della guerra. Un "disimpegno" sintetizzabile con due parole: missione compiuta. Anche se Baghdad non è ancora il luogo più sicuro al mondo dove vivere. Obama, però, lo aveva promesso e a un anno di distanza dalle elezioni, con l'esigenza - tra l'altro - di ridurre il deficit federale, non poteva tornare sui suoi passi. L'annuncio solenne del ritiro americano Obama lo dà in una conferenza stampa, alla Casa Bianca, alla presenza del premier iracheno Nouri al Maliki: "Dopo quasi nove anni la nostra guerra in Iraq finisce questo mese". Il presidente con tono enfatico - siamo pur sempre in campagna elettorale - dice che "inizia una nuova era" nei rapporti tra due paesi. Obama difende con orgoglio l’operato delle truppe americane sottolineando che gli ultimi soldati che stanno lasciando il Paese lo faranno "con onore" e "a testa alta". Obama ha assicurato che i legami tra i due Paesi resteranno "forti e duraturi" e ha intimato ad "altre nazioni (è chiaro il riferimento all’Iran) di non interferire in Iraq.

Al Maliki è libero di decidere

"Anche se ci sono disaccordi tattici tra Iraq e Stati Uniti sulla questione della Siria - ha detto Obama -  non ho dubbi che le decisioni sinora siano state prese da al-Maliki in base a ciò che ritiene sia il meglio per l'Iraq, e non in base a cosa vorrebbe l'Iran". "Al-Maliki - ha proseguito il presidente - è stato esplicito nel sostenere la sovranità nazionale irachena e nell'evitare la prevaricazione di qualsiasi altro Paese. Gli credo, ha mostrato di voler prendere decisioni dure, anche prevedendo che possano causare problemi con le nazioni vicine. Avremo visioni tattiche diverse per quanto riguarda la Siria, ma ogni decisione di al-Maliki viene presa per il bene del suo popolo".

Un esempio per tutta la regione

"Il nostro obiettivo è il successo dell'Iraq, perché in questo modo potrà essere un esempio e un'ispirazione per tutta la regione". "L'Iraq - ha ribadito Obama - potrà diventare un modello di democrazia per gli altri Paesi, per questo vogliamo sia chiaro che, anche con il ritiro delle ultime truppe statunitensi, continueremo a portare avanti il nostro impegno per il successo del Paese".

La storia giudicherà Bush

Obama preferisce evitare ogni polemica con il suo predecessore, George W. Bush. E se la cava con una battuta: solo "la storia giudicherà" la decisione di dichiarare guerra all'Iraq.

Il presidente preferisce usare un tono prudente nei confronti di George W.

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