Altadefinizione

Arriva la supercamera Cade un nuovo muro della fotografia mobile

La definizione mai vista di Xiaomi Note 10: con un clic si fa un poster di 4 metri per 3

Marco Lombardo

Si dice: gli smartphone sono arrivati al limite della loro evoluzione. In parte è vero, ma in realtà in attesa del prossimo arrivo di nuovi form factor è quello che c'è dentro che fa la differenza. Soprattutto se si tratta di fotografia. Perché insomma la battaglia sul mercato ora si gioca sulle qualità delle fotocamere, e quanto accaduto a Madrid mercoledì segna un ulteriore barriera abbattuta: quella dei 100 megapixel. Esattamente 108, ovvero la quantità di risoluzione del sensore principale del nuovo Note 10 di Xiaomi.

È dunque sempre più l'avvicinamento dei dispositivi portati alle prestazioni degli apparecchi professionali, anche perché non è solo di megapixel che vive uno smartphone moderno, ma anche di prestazioni aggiuntive che rendono gli scatti sempre più limpidi e dettagliati. Per esempio con la funzione night mode 2.0 o lo stabilizzatore per i video (fino a 6K). In questo caso insomma addirittura Xiaomi ha attrezzato il nuovo nato con ben 5 fotocamere posteriori, il primo dei quali è appunto quello più innovativo ed è stato realizzato in collaborazione con Samsung. Che, è stato mostrato, può trasformare la foto di un gattino in un poste da 4.24 metri di altezza per 3 di larghezza, senza che venga perso un pixel di definizione. Davvero stupefacente.

Per il resto si tratta di lenti di alto livello: c'è un'altra camera da 12 mpx e lo zoom da 5 mpx che è un 5x. Che coll'ibrido sale a 10x e col digitale arriva all'incredibile dettaglio 50x. E poi il grandangolo da 12 mpx fino a 117 gradi e la camera per le macro da 2 mpx. Tutto quello che altri device offrono, ma in ordine sparso. Con la fotocamera anteriore da 32 mpx inserita in una piccola goccia. Nessuno insomma finora si era spinto a tanto. E tra l'altro considerando che il brand cinese esagera sempre nei contenuti, ma mai con il prezzo. Infatti: Note 10 costa 599,90 euro, ovvero molto meno dei «flagship» della concorrenza (arriva il 15 novembre, ma chi lo preordina avrà un buono di 50 euro da spendere sul Mi Store). E anche se il processore Snapdragon si ferma al 730g e non arriva all'ultimo 855+, in ogni caso ci sono 6 Gb di Ram e 128 di memoria interna. Un top di gamma con display Amoled di 6,47 pollici (e una risoluzione record 12032x9024) e un'incredibile batteria da 5260 mAh. Il che vuol dire due giorni sicuri di carica, tra l'altro rapida. C on presa (nella confezione) da 30 W. C'è pure una nuova interfaccia d'uso - la MIUI 11 - che rende più snello e coinvolgente l'utilizzo dello smartphone. E tutto, si diceva, gira intorno al comparto fotografico super. Il difetto? Si vede ma chissa se c'è. Perché il design è davvero troppo simile al P30 di Huawei, ma quelli di Xiaomi dicono che non ci si deve vergognare a prendere spunto dalle cose belle. Soprattutto se si cerca di migliorarle.

Cosa che appunto è stata fatta per il comparto fotografico che accompagna anche il Redmi Note 8T, anche lui lanciato a Madridi. In questo caso di sensori posteriori ce ne sono 4 (il primo da 48 mpx), con uno schermo Lcd da 6.3 pollici e una batteria da 4000 mAh. Costa 229,90 euro, che nella prima settimana di vendita diventano addirittura 199.90. E il rischio è che sia un successo.

Xiaomi d'altronde fa dannatamente sul serio: l'apertura di un polo di Ricerca e Sviluppo a Tampere, in Finlandia. ha infatti l'obiettivo di concentrarsi ulteriormente sulle tecnologie delle fotocamere per smartphone, degli algoritmi delle telecamere, sul machine learning e sull'elaborazione del segnale, di immagini e video.

Come dire: i 108 megapixel sono solo l'inizio.

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