Roma

Arte

Sarà visibile nella Sala Altoviti di Palazzo Venezia fino al 26 luglio la grande icona tardo duecentesca di San Nicola tis Stegis (del tetto) che raffigura il santo, scene della sua vita e i donatori, restaurata presso l’Istituto Superiore per la Conservazione il Restauro (Iscr, ex Icr).
Al centro della tempera su tavola, eccezionale per dimensioni (203 per 158 cm) e fattura, «in cui si combinano elementi occidentali e bizantini», il santo in veste episcopale. È affiancato dalle immagini di Cristo e della Vergine, in basso i donatori, ai lati 14 riquadri raffiguranti episodi della sua vita con iscrizioni in greco (e errori d’ortografia). L’opera, conservata al Museo Bizantino di Nicosia, si trovava in origine nella omonima chiesa di Kakopetrià, a Sud della capitale cipriota.
«L’icona di San Nicola è un vero e proprio simbolo, fu certo dipinta da un artista cipriota, di vasta e acuta cultura, su committenza latina - dice il Soprintendente Claudio Strinati - ed eseguita in una bottega che operava in un ambiente di greci, latino-ciprioti, siro-ciprioti». Sono state impiegate tutte le tecniche antiche e materiali preziosissimi che denotano la ricchezza dei committenti, precisa Albertina Soavi che con Beatrice Provinciali e Costanza Mora ha eseguito il restauro. Fondi oro, pastiglie, doppia lamina di oro su stagno, lamine d’argento graffite, lapislazzuli. Il dipinto si distingue per la presenza sul supporto di pino di Cipro di una preparazione di tela ricoperta di gesso e di una pergamena fissata con colle animali, forse per garantire una migliore conservazione.
Del restauro durato circa un anno, seguito a un’accurata campagna diagnostica, rende conto la mostra «Cipro e l’Italia al tempo di Bisanzio», curata da Ioannis A. Eliades, direttore del Museo Bizantino di Nicosia e il ricco catalogo bilingue. Che mette a fuoco anche i rapporti di Cipro con l’Italia in epoca bizantina, di cui sono testimonianza le opere conservate nei musei romani. In particolare i legami artistici con il Sud e i contatti con Venezia che ebbe un’influenza determinante sulla storia dell’arte cipriota.
Palazzo Venezia, via del Plebiscito 118, tel. 06-69994284. Da martedì a domenica 8.30-19.

Fino al 26 luglio.

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