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Bocciata con 6 insufficienze, il Tar la promuove: interviene Valditara

La ragazzina ha concluso l'anno con sei insufficienze, una delle quali piuttosto grave. La decisione dei docenti di procedere con la bocciatura è stata però annullata dal Tar del Lazio. La reazione di Salvini e di Valditara

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Promossa nonostante quelle sei insufficienze in pagella. È successo in una scuola media di Tivoli (Roma): a permettere questo, intervenendo contro la bocciatura della ragazzina, è stato il Tar, che si espresso con opinione contraria a quella dei docenti che avevano invece deciso all'unanimità di far ripetere l'anno alla studentessa.

La bocciatura e il ricorso della famiglia

La vicenda è avvenuta all'Istituto comprensivo statale Tivoli V. La studentessa, una ragazzina di quattordici anni, aveva chiuso l'anno in modo non proprio proficuo: ben sei insufficienze, di cui una piuttosto grave. Veniva superato, di fatto, il limite entro cui concedere ancora una possibilità all'alunno. Per questa ragione, il consiglio dei docenti aveva stabilito all'unanimità di non promuovere la giovane.

La bocciatura, tuttavia, non è stata accettata dai genitori della studentessa. Quest'ultima, infatti, pur avendo evidenti lacune, si era sempre presentata in classe e aveva tenuto un comportamento "buono". La famiglia ha quindi deciso di presentare ricorso, convinta che non sia stato fatto abbastanza per l'educazione della quattordicenne.

Gli avvocati Michele Bonetti e Silvia Antonellis, che rappresentano i genitori della ragazzina, si sono rivolti al Tribunale amministrativo, chiedendo di annullare il verbale dello scrutinio, la pagella e lo stesso provvedimento di bocciatura. Secondo la famiglia della studentessa, la scuola non avrebbe messo in campo tutti gli strumenti necessari per aiutare la quattordicenne a sanare le lacune e recuperare nelle materie. Come esempio, viene riportata l'ultima verifica di francese dell'anno scolastico, svoltasi a marzo 2023. In sostanza, ci sarebbe stato il tempo per cercare di recuperare.

Bocciatura annullata

I giudici del Tar hanno dato ragione ai genitori della studentessa, annullando la bocciatura. La ragazzina è stata quindi promossa. Per le toghe, la bocciatura deve essere un provvedimento educativo, non afflittivo, e dovrebbe essere un'eccezione. La regola, precisano, dovrebbe essere la promozione.

"L'alunna, dal primo mese di scuola fino al termine delle lezioni, ha visto incrementare le proprie conoscenze e migliorare i propri voti", si legge nella sentenza dei giudici nella sentenza riportata da Il Messaggero. E, appunto, "la non ammissione alla classe successiva nella scuola media inferiore deve essere considerata un'eccezione".

La reazione di Salvini

"Bocciata con sei insufficienze, per scelta unanime dei professori. I genitori non ci stanno, fanno ricorso con gli avvocati e i giudici del Tar sconfessano i prof e promuovono la ragazza. I giudici del Tar... vorrei conoscerli", ha commentato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini sulle sue pagine social. "Scelta sbagliata, diseducativa, irrispettosa del lavoro degli insegnanti che per un anno hanno seguito la ragazza. La promozione è 'un diritto'??? Da papà, non penso che così facendo i genitori abbiano aiutato la loro figlia a crescere", ha aggiunto il leader della Lega.

Interviene il ministro Valditara

Venuto a conoscenza del caso, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha deciso di esaminare il caso. "Leggerò attentamente la sentenza del Tar del Lazio per appurare se ci sono stati difetti procedurali nel percorso che ha portato a una bocciatura votata all'unanimità per insufficienze, alcune gravi, su sei materie, oppure se il pronunciamento che ha annullato quanto deciso dai docenti è frutto di un indebito giudizio nel merito del provvedimento", ha dichiarato il ministro, come riportato da Ansa.

Valditara ha ricordato che al Tar spettano le verifiche sulle procedure, ma sono i docenti a decidere.

"Ho costituito un gruppo di lavoro composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa per definire norme più stringenti affinché, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino e fatte salve le verifiche sulla regolarità delle procedure, non vengano messe in discussione valutazioni puramente tecniche che presuppongono specifiche competenze interne all'ordinamento scolastico", ha concluso.

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