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Cinque vini naturali da bere sotto l'ombrellone

I vini naturali sono un trend che sta conquistando tutta l'Italia. In questo articolo vi raccontiamo qualcosa su di loro e vi consigliamo 5 bottiglie italiane da bere quest'estate grazie all'aiuto del sommelier di Flor., enoteca milanese dedicata

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Ancestrali, rifermentati, orange. Queste sono alcune declinazioni dei vini naturali, una tendenza enologica che negli ultimi anni sta spopolando anche in Italia. Nel nostro Paese, infatti, crescono sia i vigneron che si concentrano su questo tipo di prodotti sia le enoteche dedicate. Ma perché si chiamano naturali? Pur senza una legge che giustifichi e regolamenti tale definizione, queste etichette sono accomunate da una produzione sostenibile che prevede interventi ridotti al minimo sia in cantina sia in vigna.

sommelier

Lo story telling attorno a bottiglie e produttori, che spesso rifiutano le pratiche canoniche, e la convinzione da parte di alcuni che questi vini siano meno dannosi per la salute hanno poi trasformato il trend in una cultura che cattura sempre più appassionati. Per avvicinare i curiosi a questo mondo, abbiamo pensato anche noi di consigliarvi 5 bottiglie italiane che diano una panoramica sui diversi tipi di naturali e allo stesso tempo siano perfette per l’estate. Per farlo ci siamo rivolti ad Emanuele Preite, sommelier di Flor., enoteca naturale milanese che ha aperto i battenti nel 2019 ed è uno dei punti di riferimento tra gli indirizzi dedicati del capoluogo meneghino.

Anne- Santi, Grechetto Umbria Igt 2021

grechetto

Per iniziare abbiamo scelto un bianco abbastanza pulito che oltre ad essere molto rinfrescante è un approccio ideale per chi beve per la prima volta un naturale. E potrebbe, quindi, non gradire un prodotto molto torbido. “È un vino perfetto per l’aperitivo perché ha una bella freschezza ed è molto scorrevole – ci spiega Preite –. Al naso ci sono pera, erbe balsamiche e gelsomino. Mentre in bocca è fresco e polposo”. Oltre che per l’aperitivo può accompagnare benissimo primi piatti di pesce.

Nicola Gatta, Quattrocento, Metodo classico Extra-brut – Provincia di Brescia

gatta

Questo metodo classico è realizzato con uve Chardonnay (70%) e Pinot- Noir (30%) da uno dei produttori più in voga per quanto riguarda le bolle naturali. La cantina Nicola Gatta si trova a Gussago ed è uno dei punti di riferimento non solo per la Lombardia. “La sua bella beva lo rende perfetto non solo per l’aperitivo, ma anche per essere bevuto a tutto pasto – racconta Preite–. Fa 3 anni e mezzo sui lieviti, la sua bolla è avvolgente e mantiene allo stesso tempo una bella tensione. Al naso ci sono sentori di piccola pasticceria, cedro candito e fiori d’acacia. In bocca è gradevolissimo, ma il punto forte di questo vino è l’ottimo rapporto qualità prezzo (online si compra anche sui 30 euro, un prezzo non esorbitante per un metodo classico naturale che richiede costi di produzione più alti, ndr)”.

Skerlj, Malvasia istriana 2020 Carso Doc – Friuli Venezia Giulia

malvasia

La Malvasia non è solo un vino dolce, ma può offrire interpretazioni interessanti anche nei vini secchi e negli orange come questo. L’etichetta che abbiamo scelto viene da uno dei territori più vocati dell’enologia naturale. “Questo vino è un 100% Malvasia istriana e lo gradisco particolarmente perché rappresenta a pieno il territorio da cui viene: il Carso. – dice il sommelier – è un vino un po’ più strutturato rispetto al Grechetto: fa una breve macerazione sulle bucce che gli dona carattere senza perdere mineralità, caratteristica che accomuna un po’ tutti i vini di quel territorio”.

Mask, VNA – Cortese rifermentato in bottiglia – Oltrepo pavese

rifermentato

Uno degli stili prediletti dai vigneron naturali è quello del rifermentato in bottiglia. “Questo 100% Cortese viene prodotto in Oltrepo pavese ed è un vino frizzante agile e beverino – spiega Preite–. Proprio per tali caratteristiche lo definirei un vino da sorseggiare a bordo piscina”. Sull’etichetta, prodotta proprio da Federico Fiori che oltre ad essere vignaiolo è anche il proprietario di Flor., ha una grossa maschera che è pure il suo segno distintivo a livello grafico.

Cloè, Abbazia San Giorgio – Pantelleria

rosato

Questo rosato viene direttamente dall’isola di Pantelleria. “È un 100% Nerello Mascalese che cresce su suoli vulcanici – racconta il sommelier – viene affinato sia in acciaio che in legno di castagno. Ha dei sentori freschi di piccoli frutti rossi e sbuffi marini, con una sapidità che tiene sempre vivo il sorso. Io non lo userei per aperitivo, ma lo abbinerei bene a secondi di pesci.

Magari in una grigliata”.

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