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La cucina italiana alla conquista dello spazio

Il Ministro Lollobrigida ha annunciato durante la settimana della cucina italiana nel mondo che gli astronauti italiani porteranno in orbita un cibo icona italiano. Non è la prima volta che i nostri piatti tradizioni partono alla volta delle stelle.

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Quando, più di sessanta anni fa, Yuri Gagarin compì il primo volo nello spazio aveva con sé una "schiscetta" piuttosto misera, il suo pasto in orbita consisteva solamente in tre tubetti molto simili a quelli del dentifricio, contenenti una sorta di paté di carne e crema di cioccolato altamente energetici.

Era il 1961 ed cominciata la corsa allo spazio tra Urss e Usa, ci si focalizzava principalmente nello sviluppare tecnologie che permettessero di oltrepassare l'atmosfera piuttosto che garantire ai primi cosmonauti di mangiare come si deve.

Ora per i poveri astronauti affamati la situazione è fortunatamente molto migliorata. Non solo la qualità e le porzioni di pranzi e cene spaziali sono di gran lunga superiori a quelli serviti sulla navicella Vostock all'epoca ma addirittura l'esplorazione stellare è divenuta opportunità per promuovere a livello planetario le eccellenze della cucina miglio del Sistema Solare, quella italiana.

Proprio qualche giorno fa, in occasione della presentazione dell' VIII° edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida ha anticipato che il 14 dicembre a Washington verrà annunciato che alcuni astronauti potranno assaporare le pietanze italiane durante il periodo di quarantena che precede la loro missione e che porteranno con sé nel cosmo un iconico cibo italiano.

Quale eccellenza del nostro paese sia stata scelta per diventare ambasciatrice della buona cucina italiana non è ancora dato saperlo. Sarà una sorpresa!
In realtà già da diversi anni alcuni manicaretti italiani sono stati fatti salire a bordo della Iss, la Stazione Orbitante Internazionale.

Nel 2014 l'astronauta italiano Luca Panormitano ha portato con sé lasagne, parmigiana di melanzane, risotto, caponata e tiramisù con grande gioia di tutto l'equipaggio. Pietanze che sono state preparate apposta per lo spazio siderale da un'azienda specializzata nel settore, la Argotec.

Le ricette dei piatti spaziali non sono come quelle terrestri. Se sul nostro pianeta bastano poche decine di minuti per prepararli, per il cibo destinato alla Stazione Orbitante possono essere necessari molti mesi di preparazione, poiché ogni alimento deve rispettare una serie di requisiti molto rigidi tassativamente richiesti dalla Nasa.

Ogni cibo deve occupare poco spazio, in grado di essere conservato a lungo, facile da preparare e mangiare Assolutamente proibite le briciole che sarebbero pericolosissime in assenza di gravità e fluttuando qua e là potrebbero danneggiare gli strumenti. Ogni cibo deve essere totalmente sterile e perfettamente bilanciato. La stessa acqua potabile diventa qualcosa di davvero speciale tra le stelle.

Deve essere conservata e monitorata ogni istante, un processo molto elaborato che ne fa lievitare il prezzo in maniera siderale. Ogni litro arriva a costare anche 20mila euro. Gli scienziati italiani sono artefici anche di un altro miracolo, sono riusciti a portare qualcosa che ha scaldato le labbra e i cuori degli astronauti della Stazione Orbitante. Il caffè espresso! Hanno infatti realizzato una sofisticata macchinetta chiamata ISSpresso, in collaborazione tra Argotec e Lavazza, in grado di erogare la bevanda tanto amata anche lontani migliaia di km dalla Terra.

Lo spazio quindi si preannuncia come una nuova frontiera anche per l'alimentazione e le tecniche di preparazione degli alimenti e con orgoglio possiamo dire che gli italiani stanno facendo ancora una volta un ottimo lavoro.

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