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“Ha trasformato il dolore in una farsa”. La dura replica di Bongiorno a Grillo

Alle parole fuori luogo di Beppe Grillo in tv contro Giulia Bongiorno ha replicato direttamente l'avvocato dell'accusa nel processo contro suo figlio: "Gravissimo, perché la donna viene massacrata due volte"

“Ha trasformato il dolore in una farsa”. La dura replica di Bongiorno a Grillo

Ascolta ora: "Ecco perché è Beppe Grillo a essere "inopportuno" su Giulia Bongiorno"

Ecco perché è Beppe Grillo a essere "inopportuno" su Giulia Bongiorno

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Lo show di Beppe Grillo da Fabio Fazio è stato visto da milioni di persone e la maggior parte di queste, al termine dell'intervento dell'ex comico in tv, ha avuto un solo commento: "Imbarazzante". Il fondatore del M5s non si è limitato a parlare della sua creatura politica ma ha divagato, passando anche per un commento evitabile su Giulia Bongiorno, in quanto avvocato della ragazza che accusa il figlio Ciro di violenza sessuale. Una questione di opportunità a processo in corso, ma anche di stile, che evidentemente Grillo non è in grado di apprezzare.

"È un avvocato, presidente della commissione Giustizia, è una senatrice della Lega che fa comizietti davanti ai tribunali dove c'è una causa a porte chiuse... È inopportuno. Così si mischia tutto", ha detto il garante del Movimento 5 stelle ai microfoni di Fabio Fazio. Durante la giornata, l'avvocato Bongiorno ha avuto modo di replicare pubblicamente alle parole dell'ex comico: "Ho riferito che la mia assistita in aula ha dichiarato di essere devastata e di aver tentato il suicidio, un dolore immenso, questa sofferenza è stata trasformata da Grillo in una farsa inserendola in uno show, e questo è gravissimo, gravissimo, perchè la donna viene massacrata due volte".

Dietro l'attacco all'avvocato Bongiorno da parte di Grillo c'è ben più di un rancore personale, che comunque emerge chiaro dalle parole dell'ex comico. Prima di essere senatrice in carica eletta tra le fila della Lega, Giulia Bongiorno è un avvocato di lunghissimo corso, che si è fatta notare per la sua tempra fin da giovanissima. A meno di 30 anni affiancava l'avvocato Fausto Coppi nel processo per mafia che vedeva coinvolto Giulio Andreotti e benché si sia specializzata nei crimini contro la Pubblica amministrazione e di natura economica, l'avvocato Bongiorno da anni ha fatto sua la battaglia contro la violenza sulle donne.

Da avvocato e da parlamentare è promotrice di una lunga e interminabile battaglia per ridare dignità alle donne vittime di abusi. È da questo suo impegno che nel 2007 è nata la fondazione Doppia difesa - Onlus, associazione creata insieme a Michelle Hunziker che oltre a offrire supporto e aiuto alle vittime ha la scopo di tenere un faro sempre acceso sulla piaga dei femminicidi e delle violenze. Nel 2009, dopo una campagna di sensibilizzazione e innumerevoli interventi pubblici, anche grazie a lei l'Italia ha una legge che punisce lo stalking, spesso primo campanello d'allarme di una situazione pericolosa. Ed è sempre tramite la sua Onlus, alla quale ha dedicato e continua a dedicare tempo ed energie, che nel 2018 è stato approvato il "codice rosso", che prevede una corsia giudiziaria preferenziale in caso di denunce per maltrattamento, violenza e atti persecutori, che implica l'intervento immediato delle autorità.

In considerazione di questo, che è solo uno spaccato della lunga carriera di Giulia Bongiorno, impegnata anche sul fronte dell'attivismo, ascoltare le parole di Beppe Grillo assume un significato sinistro. Che l'ex comico parli di "comizietti" riferendosi a un avvocato che in questo momento è impegnato nella difesa di una ragazza che ha accusato il figlio e gli amici di violenza sessuale, è inopportuno. E lo è ancora di più considerando, appunto, il coinvolgimento emotivo diretto del garante del M5s in questa vicenda. Impossibile a tal proposito dimenticare il video con il quale ha tentato una difesa d'ufficio, scomposta e imbarazzante, del figlio. Quello sì, un comizietto grottesco dato in pasto ai social per tentare di spostare l'opinione pubblica. Bongiorno svolge il proprio lavoro e, se come avviene per ogni processo mediatico, viene fermata dai giornalisti, ha il diritto di rispondere.

Di sicuro, in questa vicenda, resta di fondo l'inopportunità di una simile esternazione televisiva da parte del genitore di uno degli imputati, il quale ha un peso mediatico non indifferente.

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