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"Paestum in Grecia". La figuraccia di Bizzarri con il ministro Sangiuliano

Il comico, pur di attaccare il ministro della cultura, afferma: "Paestum era in Grecia". Pioggia di critiche sui social. Qualcuno lo difende spiegando che si riferiva alle vicissitudini storiche, ma la tesi vacilla

"Paestum in Grecia". La figuraccia di Bizzarri con il ministro Sangiuliano

L'attacco al ministro Sangiuliano si è rivelato un autogol. Stavolta l'arguto comico ha dovuto fare i conti con una figuraccia rimediata sui social. In un commento pubblicato su Twitter nelle scorse ore, Luca Bizzarri è infatti incappato in quella che senza troppi giri di parole si può definire una gaffe. Una cantonata da tastiera. Premettiamo subito che l'abbaglio in questione è ancora oggetto di dibattito: qualcuno, appellandosi ai ricorsi storici, sostiene infatti che l'attore non si sia in realtà sbagliato. Ma la difesa in questo caso vacilla, perché sostenere che la città campana di Paestum si trovasse in Grecia - come ha fatto Bizzarri - è da ritenersi un errore. Se non altro da un punto di vista geografico.

Ma andiamo con ordine. Tutto era partito da un cinguettio del ministro della cultura, che su Twitter aveva celebrato alcune recentissime scoperte archeologiche nel sito campano di Paestum. "Ogni scavo che riporta alla luce le testimonianze storiche del passato dimostra l'immensa ricchezza del patrimonio archeologico della nostra Nazione di cui c'è ancora molto da scoprire", aveva scritto. L'attore genovese, pur di fargli le pulci, era quindi intervenuto a sua volta. "Quando ci vuoi mettere a tutti i costi 'Nazione' anche quando non c’entra una minchia", aveva twittato, tradendo il proprio fastidio per quella parola che probabilmente provoca l'orticaria tra i progressisti. Che il commento del comico non fosse tra i più riusciti se n'era accorta anche un'utente, la quale aveva infatti ribattuto: "Paestum non è in Italia? L'Italia non è la nostra nazione? Forse ti dà fastidio questa parola? Polemiche sciocche".

A quel punto è stato lo stesso Bizzarri a intervenire di nuovo, con quella chiosa diventata poi oggetto di critiche. "Paestum, pensa, era in Grecia", ha scritto l'attore, attirandosi una pioggia di spernacchiamenti. Paestum, del resto, non era in Grecia ma semmai in Magna Grecia, ovvero in quella porzione di Italia meridionale che i greci colonizzarono a partire dall'VIII secolo a.C. A fronte dell'uscita del comico genovese, qualcuno si è apprestato a prendere le difese di quest'ultimo, spiegando le varie successioni storiche che hanno portato l'antica città di Poseidonia (così chiamata dai greci) a passare in mano ai Lucani e solo poi ai Romani, che la ribattezzarono appunto Paestum. Ma, per quanto comprensibile, il ragionamento stabilisce un opinabile criterio metodologico di fondo.

Secondo questa tesi, infatti, gli inglesi dovrebbero considerare romani (e quindi italiani) i resti dell'antica Londinium, capoluogo generale della Britannia romana. Un discorso analogo lo si dovrebbe allora fare rispetto alle innumerevoli stratificazioni storiche che hanno segnato la storia d'Europa. Ci chiediamo al riguardo come dovremmo considerare ad esempio Palermo, che ospitò fenici, greci, romani e arabi. Ma anche se così fosse - anche se accettassimo questo eccepibile metodo - la critica di Bizzarri sarebbe comunque contestabile.

Il nostro patrimonio archeologico nazionale (di questo parlava il ministro infatti Sangiuliano) è infatti composto da quelle radici storiche e culturali che ci hanno resi italiani.

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