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"Parole ad minchiam...". Così Fiorello sferza il Pd

Lo showman riprende alcuni termini compresi nelle mozioni presentate dai candidati alla segreteria e non perde l'occasione per ironizzare

"Parole ad minchiam...". Così Fiorello sferza il Pd

Sulle macerie del Partito Democratico arriva anche l'ironia di Fiorello. Il conduttore televisivo non ha perso occasione di prendere in giro un movimento politico tormentato da un lunghissimo periodo di transizione dopo la pesante sconfitta elettorale alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre. Il Pd, infatti, si accingerà a scegliere il suo nuovo segretario nazionale dopo quasi sei mesi dalla debacle alle urne, con il voto delle primarie fissato per il prossimo 26 febbraio e la conseguente nomina ufficiale del successore di Enrico Letta, da parte dell'Assemblea nazionale, prevista per inizio marzo.

Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo (i quattro candidati alla segreteria) si sfideranno inizialmente nel voto dei vari circoli del Partito Democratico fino al 19 febbraio. Dopo di che i due esponenti che avranno preso più voti accederanno alla fase del ballottaggio di una settimana più tardi. Nel frattempo, le elezioni regionali in Lombardia e in Lazio intervalleranno questo processo dem. Un regolamento arzigogolato, che non può fare altro che accendere la fantasia di comici e intrattenitori.

La battuta di Fiorello contro il Pd

In questa occasione è toccato, quindi, a Fiorello. In occasione della puntata odierna di VivaRadio2! il conduttore televisivo ha svolto la sua consueta (e particolarissima) rassegna stampa. A un certo punto si è imbattuto in un articolo del sito dell'Adnkronos riguardante "i caratteri del nuovo partito nella quattro mozioni", nel quale si cita testualmente: "Il nuovo Pd dovrà essere 'aperto', 'inclusivo' e 'di prossimità'. Ma anche 'paritario', magari con una 'cosegreteria' o comunque con vertici 'duali' uomo/donna, e mai più 'verticista'". Incredulo, dopo tutte queste parole complesse, lo showman ha commentato in maniera scherzosa: "Questa è la settimana enigmistica!". E, continuando, ha anche suggerito ai leader di partito si cambiare il nome: "Chiamatevi Pam, Parole ad minchiam".

Un'espressione che ricorda tanto quella utilizzata dal compianto Franco Scoglio, diventata poi celebre in tutto il mondo del calcio. Nel 1989 l'allora allenatore del Genoa se la prese con un giornalista e si sfogò in questo modo: "Lei deve stare zitto! Non ci siamo: io non ho il potere di concentrarmi e pensare a lei, altrimenti dico parole ad minchiam". La frase del Professore torna ora di stretta attualità con la battuta di Fiorello che, con sole tre parole, ha descritto in maniera più che eloquente 15 anni di storia del Pd.

La netta sensazione è che passano i Congressi, cambiano i segretari, ma le parole di molti rappresentanti del Partito Democratico continuano a rimanere, per l'appunto, "ad minchiam".

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