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"Qualunquismo vergognoso". Mentana stronca l'Anpi pacifista

Il direttore del Tg di La7 contro lo slogan "Cessate il fuoco ovunque", scelto dall'Anpi per il 25 aprile a Milano. "Pensate se nel 1944 si fosse lanciata questa parola d'ordine...". Ma i partigiani insistono

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Il 25 aprile militante di Milano è in corso di preparazione. E già non mancano le polemiche sulla natura ideologica dell'evento di piazza. Quella convocata da sinistra e Anpi nel capoluogo lombardo rischia infatti di trasformarsi in una manifestazione che ha ben poco a che fare con la festa nazionale che celebra la fine del nazifascismo. Sui social Enrico Mentana ha messo in evidenza la prima macroscopica ambiguità legata proprio allo slogan scelto per il corteo: "Cessate il fuoco ovunque!", con chiaro riferimento alle situazioni di conflitto attualmente in corso.

Partendo proprio dalla suddetta scelta dell'Anpi, Mentana in un post ha commentato: "Pensate se nel 1944 si fosse lanciata questa parola d'ordine, equidistante tra invasori e partigiani: marceremmo ancora col passo dell'oca. E passi se la richiesta riguardasse solo Gaza (ma anche lì: e la liberazione degli ostaggi? E la fine dell'occupazione israeliana in Cisgiordania?). Ma sull'altra guerra il qualunquismo è vergognoso". Così, il direttore del TgLa7 ha fatto le pulci all'associazione partigiani per quel motto a effetto che in nome del pacifismo incondizionato sembra trascurare le complessità legate ai singoli scenari di guerra.

In particolare, in riferimento al conflitto tra Russia e Ucraina, Mentana ha nuovamente sbertucciato l'Anpi. "È come dire: "Ucraini, cessate il fuoco! Che importa se vi hanno occupato un pezzo di patria. Ve lo spieghiamo noi come si è partigiani". Di chi, non è difficile capirlo", ha scritto il giornalista. Eppure, lo slogan su cui il direttore ha sollevato delle perplessità è stato rivendicato con convinzione proprio nelle scorse ore da dal presidente Anpi, Gianfranco Pagliarulo. "Lo slogan della manifestazione di Milano resterà. Non è solo 'cessate il fuoco', ma lo chiediamo 'ovunque'. È importante evidenziarlo", ha rimarcato il massimo esponente dell'associazione.

Nelle scorse settimane, lanciando l'idea di una grande manifestazione antifascista per il 25 aprile a Milano - proprio come era accaduto nel 94, dopo la prima vittoria elettorale di Berlusconi - Il Manifesto aveva fatto trapelare le intenzioni politiche di fondo dell'evento. "La minaccia neofascista era forte trent’anni fa, quando erano al governo per la prima volta Berlusconi e Fini, ed è fortissima oggi che il governo con Meloni è spostato ancora più a destra", si leggeva sul quotidiano comunista.

Ora lo slogan ambiguo sullo stop al fuoco: sempre la solita storia.

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