Italia al neon

Quando l’Italia inventò il personal computer grazie a Olivetti

La Olivetti anticipa tutti e nel 1965 presenta a New York il primo personal computer della storia, che viene chiamato "Programma 101". Sarà usato anche dalla Nasa per la spedizione lunare dell'Apollo 11

Olivetti Programma 101
Olivetti Programma 101
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Siamo nel cuore degli anni Sessanta, la Olivetti è una realtà affermata nel campo delle macchine da scrivere e da calcolo. Non esiste ufficio, studio, e - più in generale - scrivania che non abbia in bella vista alcuni dei suoi più mirabili prodotti. Sotto traccia, però, sta pensando a qualcosa di talmente grande e inimmaginabile che ha la melodia inconfondibile di un'utopia. Alcuni ingegneri, infatti, stanno lavorando su quella che è un'idea visionaria, nel laboratorio sperimentale di Pisa, dove già era stato sviluppato Elea 9003, uno dei primi computer a transistor commerciale al mondo. L'obiettivo finale è quello di dar vita al personal computer, un oggetto che deve possedere velocità, capacità di calcolo, memoria, scrittura e, il tutto, declinato in uno scheletro che possa benissimo risiedere su un tavolo, a casa o in ufficio.

La struttura dei primi computer

Decine di anni prima rispetto a Bill Gates e alla sua Microsoft, la Olivetti e il suo team di ingegneri sforna il primo personal computer della storia. Questa macchina ha un'autonomia funzionale in grado, non solo di compiere calcoli complessi, quanto di gestire in modo automatico il processo integrale di elaborazione, sempre sotto il controllo diretto dell’uomo. Nel laboratorio di Milano, poi, gli uomini di Olivetti concepiscono per il pc una ridotta memoria con un filo di ferro, mentre per l’ingresso e l’uscita dei dati viene realizzata una schedina magnetica, che serve per la memorizzazione permanente o archivio dei dati; una sorta di antesignana del floppy disk. Non mancano, ovviamente, tastiera e stampante.

Il sistema di programmazione, invece, è completamente nuovo: sedici istruzioni, intuitive, con le quali per compilare un programma basta scrivere la formula matematica delle operazioni da seguire. L’operatore può costruirsi il suo progetto, oppure, usare quelli pre-registrati sulla cartolina magnetica. Un'innovazione purissima e, per tantissimi, non comprensibile. Gli stabilimenti di Ivrea iniziano ad assemblarie i primi computer nel 1964.

La Olivetti vince la diffidenza

La presentazione ufficiale dei personal computer Olivetti avviene a New York, il 14 ottobre 1965, nel mitico Waldorf Astoria. L'apparecchio si chiama "Programma 101" e suscita istantaneamente un moto di diffidenza. Vengono mostrati dagli ingegneri italiani le capacità dell'apparecchio, attraverso calcoli di ingegneria civile e progettazione di circuiti elettronici. Viene messa in scena anche una partita a dadi tra un progettista e il pc, nella quale i due si sfidano a raggiungere un numero senza superarlo. Spesso ne esce vincitrice la macchina, che beffa il creatore.

Olivetti Programma 101

La sfiducia presto lascia posto alla convinzione nella bontà del progetto brevettato dall'azienda italiana. L'indomani dell'inaugurazione, il New York Journal American dice con fierezza: "Potremmo vedere un computer in ogni ufficio prima che due macchine in ogni garage. Con la Programma 101 un manager ora può avere la sua segretaria che divide le spese di tutti i reparti di un’azienda con velocità istantanea e sul suo tavolo". I primi clienti a restare sedotti dalle potenzialità della Programma 101 sono gli scienziati della Nasa, che ne ordinano quarantacinque unità per tracciare le mappe lunari e sviluppare la rotta dell'itinerario di viaggio della missione Apollo 11, che nel 1969 riesce a far sbarcare l'uomo sulla Luna. Anche la società televisiva Nbc ne acquista cinque esemplari, che vengono usati per il conteggio dei risultati elettorali da trasmettere a milioni di telespettatori nelle zone del New Jersey e di New York.

La rivoluzione è compiuta

Quella che sembrava una chimera, un sogno immaginifico, diventa realtà. La Olivetti produce in serie la Programma 101, mai prima di allora un prodotto commerciale con tanta potenza di calcolo, concentrata in un volume e in un peso così ridotti, aveva visto la luce. Inoltre, la sua facilità d'uso, la maneggevolezza e l'intuitività si rivelano delle armi molto efficaci per fare breccia nel grande pubblico. Il prezzo è fissato a 2 milioni di lire, che si traducono in 3.200 dollari per gli Stati Uniti. Nel 1966 vengono realizzate 200 unità di Programma 101, quasi tutte indirizzate verso l'America. Al termine del suo ciclo produttivo, la Olivetti dichiara di aver sfornato oltre 44.000 esemplari del suo innovativo personal computer.

La società di Ivrea deve comunque guardarsi dalla concorrenza, che intuisce le potenzialità di crescita di questo settore. Non tutti sono leali, anzi, la HP (Hewlett Packard) nel 1967 è costretta a depositare nelle casse della Olivetti un assegno da 900.000 dollari per aver violato il brevetto italiano della Programma 101, che loro sfrutteranno per l'HP 9100. Il miraggio italiano, dopo aver toccato il cielo, intraprende una strada sbagliata.

Dopo aver anticipato tutti quanti con il personal computer, la Olivetti non investe nell'elettronica quanto sarebbe servito, privilegiando il suo vecchio core business, quello delle macchine da scrivere e da calcolo, non restando al passo coi tempi.

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