Attualità

Stop del Garante per la privacy a ChatGpt: cosa è stato deciso

Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti della società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma

Stop del Garante per la privacy a ChatGpt: cosa è stato deciso
Tabella dei contenuti

Raccolta illecita di dati personali e assenza di sistemi per la verifica dell’età di minori: il Garante per la privacy ha disposto lo stop a ChatGpt, l’intelligenza artificiale conversazionale sviluppata da OpenAi. La limitazione provvisoria dei dati degli utenti italiani nei confronti della società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma è scattata con effetto immediato. L’Autorità per la protezione dei dati personali ha contestualmente aperto un’istruttoria.

Arriva lo stop a ChatGpt

"ChatGPT, il più noto tra i software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane, lo scorso 20 marzo aveva subito una perdita di dati (data breach) riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento", è l’analisi del Garante, che rileva inoltre "la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l'assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di 'addestrare’ gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma".

Il Garante per la privacy ha osservato che le informazioni fornite dall’intelligenza artificiale conversazionale non sempre corrispondono al dato reale, così determinando un trattamento non corretto dei dati personali. E ancora, l’Autorità ha posto l’accento sull’assenza di filtri per la verifica dell’età degli utenti: ChatGpt è rivolto ai maggiori di 13 anni, ma esiste il rischio di esporre i minori “a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza”.

Un brusco stop per il modello di chatbot basato sull’Ai, disponibile a partire dal novembre del 2022 e già al centro di diversi dibattiti. Il Garante ha concluso: “OpenAI, che non ha una sede nell'Unione ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo”.

Come funziona l'intelligenza artificiale di OpenAi

Sempre più al centro della nostra società, l’intelligenza artificiale ha raggiunto tantissimi campi, web compreso. ChatGpt ne è l’emblema: il software è stato progettato per simulare una conversazione con un essere umano per la generazione di testo sviluppato da OpenAi. Disponibile in lingua italiana, i suoi utilizzi possono essere molteplici: assistenza automatizzata, generazione di testo, riepilogo automatico, traduzione automatica e generazione di codice.

In altre parole, può risolvere equazioni, scrivere canzoni e sceneggiature, ma anche inventare storie e comporre articoli.

Nel suo piano base è gratuito, ma è previsto anche un piano a pagamento da 20 dollari al mese che consente l’accesso al tool quando la domanda è alta, risposte più rapide e accesso anticipato a nuove funzioni, come l'ultima versione Gpt-4.

Commenti