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Da Firenze a Reggio Calabria in 15 ore: il treno della discordia

Un treno Frecciarossa partito da Torino ha accumulato oltre 400 minuti di ritardo. Una serie di imprevisti ha trasformato un normalissimo viaggio per andare a trovare i nonni al sud in un vero e proprio incubo

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Un viaggio in treno da Firenze verso Reggio Calabria si è trasformato in un vero e proprio incubo per una mamma e la sua bimba. Quelle che dovevano essere soltanto otto ore di viaggio, a causa di diversi disservizi, sono diventate quasi il doppio. La signora Giovanna - che ha raccontato la storia al Corriere della Sera - aveva intenzione di portare la figlioletta Asia di cinque anni, qualche giorno al sud, per stare un po' con i nonni.

L'inizio del lungo viaggio

La partenza era programmata alle ore 13:15 dalla stazione Santa Maria Novella di Firenze a bordo del Frecciarossa 9587. Fino a Roma il viaggio è proseguito tranquillamente. Superata la Capitale, sono iniziati i problemi. "Fino a Roma è andato tutto bene – racconta la signora –. Poi, nei pressi di Labico, ci siamo bloccati". Sembra che il treno di Giovanna sia stato fermato per colpa di un altro convoglio partito poco prima del suo, fermo sulle rotaie, forse per un problema. "Abbiamo atteso circa un’ora. Poi siamo tornati indietro, alla stazione di Roma Termini".

Nella stazione centrale di Roma i problemi non sono mancati. "L’intera stazione - continua Giovanna - aveva delle difficoltà sull’alimentazione. Ci siamo trovati di nuovo fermi e a un certo punto hanno spento pure il treno. Non riuscendo a far ripartire il treno, ancora bloccato fra le rotaie vicino Labico, il frecciarossa di Giovanna viene deviato in direzione Cassino. "In teoria ci avevano detto che saremmo poi stati reindirizzati sull’alta velocità una volta superato il punto critico". Ma così non è stato.

Un viaggio straziante durato sette ore

La donna sarebbe dovuta arrivare dai genitori a Vallo della Lucania alle 17:45, dopo circa quattro ore e mezzo di viaggio, invece è arrivata con ben 415 minuti di ritardo, per un totale di quasi sette ore. "Siamo arrivati a Salerno a mezzanotte e mezza - rivela la mamma della piccola Asia - il capotreno ha fatto il possibile per gestire i disagi, ma da solo con undici carrozze non ha potuto soddisfare i bisogni di tutti i passeggeri".

Nonostante il caldo e le ore passate senza mangiare, non sono state distribuite nemmeno delle bottiglie d'acqua per i passeggeri, ormai stremati dal lungo viaggio. "Mi ero organizzata solo per una merenda per la piccola. A Napoli, verso mezzanotte, un controllore è riuscito a farmi avere una pizzetta per la bambina. Avrebbero potuto farci scendere a Roma per rifornirci, sapendo di questa situazione". Tantissimi passeggeri, esasperati dallo scadente servizio hanno iniziato a protestare. "In tanti - conclude Giovanna - si sono visti saltare le fermate previste, come ad esempio quella di Afragola. Sono stati chiamati dei bus sostitutivi, ma la gente era molto arrabbiata.

E dire che avevo preso un biglietto di prima classe… La carrozza ristorante? Non è riuscita a distribuire dei box per tutti".

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