Quindi, oggi...

È tornata la Sardina, "bomba su Conte" e Bucci: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: Mattia Santori punta su Elly Schlein, lo scontro Conte-Renzi e l'obbligo di pagamento col Pos

È tornata la Sardina, "bomba su Conte" e Bucci: quindi, oggi...

- Suggerisco i molti favorevoli all’innalzamento a 60 euro dell’obbligo di pos di non cadere nell’errore: non è che fino ad oggi fosse vietato pagare in contanti eh. Il tema riguarda l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici anche a cifre ridottissime, dunque è un problema semmai dei commercianti: nessuno vuole eliminare dalla faccia della terra la moneta.

- Piccola spiegazione del perché innalzare la soglia dell’obbligo di pagamenti Pos non provocherà alcuna catastrove. Tizio si alza di buon mattino e va al bar, ordina cornetto e cappuccino e chiede di pagare con la carta. Il barista Caio si rifiuta, dice di non volere i soldi elettronici. Tizio allora cambia bar e rifà la stessa trafila. Morale: Tizio ha bevuto il suo cappuccino, il barista probabilmente ha perso un cliente. Ma chi siamo noi per impedirglielo?

- Ottima notizia che arriva da Genova. Ve ne avevamo parlato: dei professoroni avevano fatto ricorso contro il sindaco Marco Bucci perché secondo loro la carica di Commissario al ponte Morandi e quella di candidato sindaco non erano compatibili. Una follia per ribaltare il risultato elettorale, scemenza per fortuna rispedita al mittente dal tribunale. Tutto bene quel che finisce bene. Ma c’era davvero bisogno di scomodare un giudice?

- Che bello è vedere Spagna-Marocco e sentire chiamare il “palo” col termine “montante”. Molto amarcord.

Il Pd è messo male. Leggetevi le interviste a Stefano Bonaccini, apprezzabile governatore, e quello a Elly Schlein, nuova sardina in chief della sinistra dem. In nessuna delle due troverete uno straccio di proposta sera. Si parla di ambiente, di giustizia climatica, di fuffologia applicata. L’unica cosa “seria”, nel senso di pratica, la si ha quando i rispettivi parlano di reddito di cittadinanza. Che però è una proposta del M5S. A questo punto, meglio votare l’originale. No?

- È questo il punto: ormai il Pd non è più un partito originale, non ha nulla da spiegare al mondo. Se vince Bonaccini, vince ciò che resta del renzismo, dunque tutto sommato: perché non eleggere direttamente lui? Se invece la spunta Elly, a questo punto tanto vale scendere in piazza con Conte agitando le piazze. Come la metti la metti, dieci anni di governo tanto per stare al governo hanno reso i dem una scatola vuota.

- Brutta botta per la Spagna. Peccato per Luis Enrique, un signore tra tanti.

- “La visione del futuro che parte da noi parte da tre sfide cruciali: diseguaglianze, clima e precarietà”. Lo ha detto Elly Schlein. Poi ha spiegato come affrontarle? No. La differenza tra il programma della Meloni e quello della Schlein sta tutto qui: potrà piacervi oppure no, però Giorgia ai principi ha sempre fatto seguire delle proposte abbastanza pratiche. No ai giovani sul divano: via il reddito di cittadinanza. Favorire gli autonomi: flat tax a 85mila euro. Libertà di scelta sui vaccini: fine dell’obbligo vaccinale. Potete anche non essere d’accordo, e spesso non lo sono nemmeno io, però almeno c’è qualcosa di cui discutere. Dalle parti del Pd invece restano sul vago, sull’enunciazione di belle parole come “lotta alle diseguaglianze”, “clima” e “precarietà”. Ma nella pratica?

- Esempio sulla Meloni. Ha sempre detto che uno Stato ha il diritto di regolare le migrazioni, perché aprire le porte a tutti produce degli squilibri (problemi di integrazione, lavoro che non c'è) di cui non siamo in grado di farci carico. Posto il problema, ha cercato di dare una soluzione. Giusta? Sbagliata? Sempre meglio di gracchiare "no border" senza spiegare in che modo poi intendi governare il problema. Il caso Soumahoro (e di centinaia di altre Coop) ha dimostrato che no, in 10 anni di governo con spesso il Pd dentro, il fenomeno lo abbiamo subito e pagato lautamente. Non governato.

- Più guardo la foto del sindaco di Napoli felice di fronte a una schiera di giovani che hanno appena firmato per “il posto fisso” da spazzino e più non mi capacito di come gli sia venuto in mente.

- Luigi Di Maio non lo vuole il governo italiano, non lo vuole un pezzo di sinistra europea, men che meno la destra, non gode di grande fama in alcuni paesi del Golfo e pure a livello europeo in molti storcono il naso. La domanda è: uno con così tanti nemici, dobbiamo davvero parcheggiarlo in una comoda poltrona Ue?

- Non contento di aver fatto una figura barbina, proponendo come nome Partito Democratico del Lavoro, con l’acronimo come il Pdl del Cav, Matteo Lepore decide di avviare addirittura una raccolta firme per inserire il “lavoro” nel nome dei dem. Se queste sono le priorità, siamo messi malino.

- non poteva essere altrimenti, visto che era il suo punto di riferimento tra i politici di sinistra. Dopo la candidatura di Elly Schlein alla guida del Pd, la sardina in chief Mattia Santori non sta più nella pelle. “Finalmente”, dice, “la sua candidatura facilita l’ingresso nel Pd a chi era sulla porta ad aspettare”. Lui prenderà la tessera, che non aveva nonostante lo avessero candidato a Bologna. Appoggerà l’avversaria di Bonaccini, che pure aiutò in Emilia a battere Salvini. E già detta la linea: “Un partito orizzontale con tre stelle polari: ambiente, diritti civili e diritti del lavoro”. In pratica “l’alleanza giallo, rossa e verde”, ovvero un mix tra Bonelli, Conte e Fratoianni. Si preannunciano guai, ma almeno potremo strafarci di canne per dimenticare.

- State a sentire cosa dicono gli accoglienti francesi. Parola a Elisabeth Borne, premier d’Oltralpe: la Francia sui migranti deve poter dire “chi vogliamo” e “chi non vogliamo” accogliere. Mi pare corretto. Ed è la stessa cosa che dice la Meloni, magari con altre parole.

- Questa storia dell’incontro tra Renzi e lo 007 Mancini sta diventando qualcosa di meraviglioso. Sintesi: oggi Giuseppe Conte rilascia un’intervista e dice di essere venuto a sapere dell’incontro tra i due quando ancora non era di dominio pubblico. Probabilmente s’è solo confuso. Però Renzi coglie la palla al balzo e tira la scoccata: “Questa è una bomba che oggi nessuno sta considerando. Ci sono tre possibilità: o Conte si è confuso sulle date, gennaio ed era maggio; o Conte mente, e non voglio crederlo; o Conte nasconde qualcosa”. Ora non resta che capire se Giuseppi era davvero a conoscenza dell’incontro già prima che Report ne parlasse. Comprate i popcorn e mettetevi comodi: la sfida si fa esaltante.

- Conte ormai è diventato il leader della sinistra italiana. Aveva ragione Zingaretti a definirlo il “punto di riferimento dei progressisti”.

Infatti ormai se li è mangiati.

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