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"Viva Elkann, abbasso la Murgia! Vi spiego il perché". Il post di Fulvio Abbate

Lo scrittore siciliano prende le difese del giornalista che aveva parlato di "lanzichenecchi" a proposito di alcuni ragazzi incontrati sul treno

"Viva Elkann, abbasso la Murgia! Vi spiego il perché". Il post di Fulvio Abbate

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Ha fatto particolarmente discutere l’articolo pubblicato nella giornata di ieri su Repubblica a firma di Alain Elkann. Il giornalista e scrittore, padre di John, ha voluto descrivere un suo viaggio in treno da Roma a Foggia in compagnia di giovani ragazzi, definiti lanzichenecchi dall'ex conduttore televisivo, che erano intenti a parlare di vacanze, donne e calcio mentre lui era concentrato a leggere La Recherche di Marcel Proust. Il comitato di redazione del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari aveva immediatamente preso le distanze dal racconto del reportage in quanto distante da un giornale che s’identifica "vicino ai diritti dei più deboli", e che quindi si dissocia "dai contenuti classisti contenuti nello scritto".

Il tweet di Abbate su Elkann

Inevitabili sono state le reazioni sui social network, che non hanno mancato di sbizzarrirsi davanti all'articolo vergato da Elkann padre, nonché di criticare profondamente il senso del suo messaggio messo nero su bianco nelle pagine di Repubblica. Tuttavia, nel panorama vasto di Twitter, esiste una mosca bianca che ha voluto prendere strenuamente le difese dell'autore dell'articolo: Fulvio Abbate. Lo scrittore siciliano ha pubblicato sul proprio profilo un vecchio selfie fatto con lo stesso Alain Elkann, a cui ha voluto dedicare il seguente post: "Lo struggente spaesamento esistenziale di Alain Elkann scambiato per classismo, il convento pervasivo catto-femminista della Murgia invece osannato. Viva Proust! Viva Elkann. Viva il lusso. Contro ogni retorica".

Il confronto con Michela Murgia

Abbate ha così voluto contrapporre il racconto di Michela Murgia del suo matrimonio queer: "Un contratto in articulo mortis” (in punto di morte) che era stato definito dalla stessa scrittrice come un atto politico. Una celebrazione andata in scena lo scorso 22 luglio che si era manifestata anche nella scelta degli abiti che ha disegnato Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior, per festeggiare il "non-matrimonio". Con quel suo tweet Fulvio Abbate ha quindi, da un lato, voluto difendere un suo amico di vecchia data, confutando l'accusa di classismo mossa al genero dell'avvocato Giovanni Agnelli e puntando tutto invece più sulla difficoltà espressa da uomo con uno stile ancora "all'antica" a vivere nel mondo contemporaneo. Dall'altro, ha desiderato svelare l'ipocrisia e il doppiopesismo di una certa sinistra di magnificare un rito che riguarda una cerchia ristrettissima di persone e che pochissime altre avrebbero la possibilità di organizzarlo per loro stessi.

Il tutto consumando appena trenta parole scarse sui suoi social.

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