Roma

Le aule promesse all’Orazio servono a Rifondazione

Gli studenti ignorati dal presidente del IV municipio

Le aule promesse all’Orazio servono a Rifondazione

Luca Rocca

Se le promesse non si mantengono nemmeno in campagna elettorale, vuol dire che le cose sono messe male. La storia è questa. Da circa un anno gli studenti di nove classi del liceo Orazio, nel IV municipio, sono costretti alla cosiddetta rotazione, nel senso che, a causa della scarsità delle aule, ogni ora debbono spostarsi in quelle classi occupate da altri alunni che in quel momento sono impegnati nell’ora di educazione fisica. Finita la ginnastica ci si deve spostare di nuovo. Ecco perché i ragazzi si definiscono «i nomadi del liceo Orazio». Non poteva che finire in protesta.
Il mese scorso, però, il malcontento degli studenti ha permesso di raggiungere l’obiettivo, cioè ottenere l’impegno dell’assegnazione delle aule della scuola municipale Menenio Agrippa, praticamente inutilizzate. Almeno questa era stata la promessa del presidente di centrosinistra del IV municipio, Benvenuto Salducco, col voto favorevole della Cdl. Salducco aveva assunto anche l’impegno di riunire intorno a un tavolo, di lì a poco, la Provincia e la dirigenza del liceo Orazio per stabilire i prossimi passi per l’assegnazione.
Risultato: le cose sono rimaste immutate, la promessa non è stata mantenuta, la riunione non c’è mai stata e gli studenti, naturalmente, hanno ripreso la protesta. Ieri mattina, infatti, quattrocento ragazzi si sono recati davanti all’istituto Menenio Agrippa con megafoni e striscioni, per chiedere il rispetto degli impegni, quindi l’assegnazione delle aule promesse. Per il momento non è giunta risposta. Secondo alcune indiscrezioni, gli impedimenti all’assegnazione delle aule sarebbero di natura strettamente politica. L’istituto Menenio Agrippa, infatti, sarebbe stato promesso a Rifondazione comunista che vorrebbe sfruttarlo per corsi di formazione professionale. Almeno questo è quanto avrebbe detto l’assessore capitolino per le Politiche scolastiche, Daniela Monteforte, al preside del liceo. In realtà anche questa era una cosa nota, ma il presidente Salducco aveva promesso di superarla assegnando 10 delle 12 aule dell’istituto ai ragazzi, e le rimanenti due a Rifondazione comunista. Niente da fare. A quanto pare Salducco non è stato convincente e i suoi alleati più alti in grado lo hanno ignorato. Se le cose finissero così, ad avere la peggio sarebbero soprattutto gli studenti, che per bocca del loro rappresentante d’istituto, Gian Luca Aurilia, fanno sapere che, se le istituzioni li costringeranno ancora al “nomadismo”, loro non se ne resteranno con le mani in mano. E i professori? Non tutti sono schierati con gli allievi, e anche in questo caso il motivo sarebbe politico.

Della faccenda, infatti, si è occupata anche An, e a quanto pare la cosa non sarebbe andata giù a qualche docente forse un po’ troppo politicizzato, e di sinistra, che preferisce lasciare le cose come stanno piuttosto che vedere un partito di destra trovare una soluzione.

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