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1000 Miglia e Alfa Romeo: una storia di modelli e uomini leggendari

1000 Miglia e Alfa Romeo: una storia di modelli e uomini leggendari
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Il legame tra il marchio del Biscione e la più iconica delle competizioni automobilistiche risale al 1928, quando Alfa Romeo ottenne la prima delle sue undici vittorie: un record che non verrà mai battuto da nessun altro costruttore. Nei giorni della 41esima edizione della rievocazione storica, ripercorriamo la storia dei modelli e dei piloti che hanno reso grandi la 1000 Miglia e Alfa Romeo.

Da quasi cent’anni, la 1000 Miglia rappresenta una delle più alte espressioni della passione per le quattro ruote. Nata nel 1927 come gara di velocità con partenza e arrivo a Brescia dopo un passaggio a Roma per un totale di circa 1.600 chilometri (equivalenti proprio a mille miglia imperiali), la “corsa più bella del mondo” come la definì Enzo Ferrari deve molto all’Alfa Romeo. Il marchio di Arese, infatti, detiene il record delle vittorie nella competizione originaria, quella che si svolse per 24 edizioni tra il 1927 e il 1957: 11 i successi totali, di cui 7 consecutivi dal 1932 al 1938. Non solo: la casa del Biscione può vantare il singolare record di “triplette” (1º, 2º e 3º posto, tutti di vetture della medesima marca): 9 volte (1928, 1929, 1930, 1932, 1933, 1934, 1935, 1936 e 1938).

Per sempre imbattuto

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Una storia che sa di leggenda, quella della 1000 Miglia e dei suoi protagonisti. Gesta al limite dell’eroismo, dove il confine tra vita e morte diventava sempre più labile all’aumentare della velocità e del progresso tecnico e tecnologico. Un rischio che marchi ambiziosi come Alfa Romeo scelsero di correre fin dalla prima edizione, mettendo sul campo modelli iconici e piloti coraggiosi destinati a rimanere negli annali. La prima vittoria firmata Alfa Romeo venne registrata 95 anni fa, il 1° aprile del 1928: al volante di una 6C 1500 Super Sport carrozzata dagli Stabilimenti Farina, il duo Giuseppe Campari e Giulio Ramponi conquistò il gradino più alto del podio, percorrendo i 1.618 km del tracciato alla velocità media di 84 km/h. Nulla in confronto ai valori che si sarebbero raggiunti pochi anni dopo.

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Già l’anno successivo, il 1929, la stessa coppia ottenne la vittoria con la Alfa Romeo 6C 1750 Super Sport Spider Zagato: la manciata di centimetri cubi in più e gli affinamenti meccanici permisero all’equipaggio di incrementare la velocità media a 89,6 km/h.

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Nel 1930, ad abbattere la barriera dei 100 km/h (100,45 km/h per l’esattezza) ci pensarono la coppia formata da Tazio Nuvolari e Gianbattista Guidotti, al volante della mitica Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport Spider Zagato. Veicolo dal fascino unico grazie al trattamento della carrozzeria ad opera dell’atelier Zagato Milano, che tuttavia salì agli onori della cronaca per un altro motivo: fu questa la vettura protagonista del celebre “sorpasso a fari spenti”, manovra necessaria per cogliere di sorpresa il rivale Achille Varzi a pochi chilometri dal traguardo.

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La spirale positiva delle vittorie firmate Alfa Romeo si interruppe soltanto nel 1931, quando la vittoria venne conquistata dalla Mercedes-Benz SSKL spider guidata da Rudolf Caracciola e Wilhelm Sebastian (101,14 i km/h di velocità media). I sette anni successivi furono tutti appannaggio del Biscione e dei suoi abili “manici”, capaci ogni anno di macinare un nuovo record di velocità media fino a raggiungere, nel 1938, i 135,39 km/h. Fu l’anno dell’equipaggio formato da Clemente Biondetti e Aldo Stefani a bordo dell’Alfa Romeo 8C 2900 B MM spider Touring.

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La 1000 Miglia riprese con il suo format originale soltanto nel 1947 (in mezzo ci furono la sospensione della gara a causa dei gravi incidenti verificatisi nel 1938, oltre naturalmente allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale): anche in questo caso, ad aggiudicarsi il primo posto sul podio fu un’Alfa Romeo 8C 2900 B berlinetta Touring, guidata da Clemente Biondetti ed Emilio Romano, con una velocità media che scese a 112,24 km/h a causa delle condizioni disastrose in cui versavano le strade a seguito del conflitto. Fu l’ultima vittoria Alfa Romeo alla 1000 Miglia intesa come gara di velocità.

1928 - 6C 1500 Super Sport - Giuseppe Campari/Giulio Ramponi
1929 - 6C 1750 Super Sport - Giuseppe Campari/Giulio Ramponi
1930 - 6C 1750 Gran Sport - Tazio Nuvolari/Gianbattista Guidotti
1932 - 8C 2300 - Mario Umberto "Baconin" Borzacchini/Amedeo Bignami
1933 - 8C 2300 "Mille Miglia" - Tazio Nuvolari/Decimo Compagnoni
1934 - 8C 2600 "Monza" - Achille Varzi/Amedeo Bignami
1935 - Tipo B (8C 2600) - Carlo Pintacuda/Alessandro Della Stufa
1936 - 8C 2900 A - Antonio Brivio/Carlo Ongaro
1937 - 8C 2900 A - Carlo Pintacuda/Paride Mambelli
1938- 8C 2900 B - Clemente Biondetti/Aldo Stefani
1947 - 8C 2900 B - Emilio Romano/Clemente Biondetti

Le altre protagoniste della 1000 Miglia

Dal 1948 al 1953, le vittorie andarono tutte agli equipaggi Ferrari, mentre nel 1954 toccò a una Lancia. Nel 1955, con 155,57 km/h fu invece il duo Stirling Moss/Denis Jenkinson a bordo della Mercedes-Benz 300 SLR spyder a stabilire quello che sarebbe stato il record assoluto di velocità media alla 1000 Miglia. La competizione proseguì per un paio di anni a guida Ferrari, interrompendosi definitivamente nel 1957 dopo la terribile sciagura di Guidizzolo, per poi riprendere dal 1977 sotto forma di gara di regolarità riservata ai modelli che risultavano iscritti alle edizioni svoltesi tra il 1927 e il 1957.

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Alfa Romeo alla 1000 Miglia 2023

Nella quarantunesima edizione della rievocazione, Alfa Romeo continua ad essere protagonista assoluta della “corsa più bella del mondo”, forte di uno storico che conta di ben 12 ulteriori vittorie, delle quali 7 consecutive dal 2016 al 2022.

Tra le 420 vetture ai nastri di partenza, il Biscione partecipa con 47 unità, tra cui brillano tre esemplari di proprietà della divisione Heritage di Stellantis prelevate direttamente dal : la 1900 Sport Spider e la 2000 Sportiva, entrambe del 1954, e la 1900 Super Sprint del 1956.

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