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BYD ATTO 3: prima prova su strada e i prezzi ufficiali

Abbiamo provato in anteprima Byd Atto 3, il SUV che punta ai volumi essendo un segmento C: ve lo raccontiamo qui

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BYD arriva ufficialmente in Italia trainata da BYD Atto 3, il SUV che punta ai volumi essendo un segmento C, accompagnata da BYD Han, l'ammiraglia che presenta al nostro Paese cosa può fare il produttore per chi cerca un prodotto di gamma alta, e affiancata da due modelli in anteprima statica: BYD Dolphin e BYD Seal.

I "segreti" della strategia di BYD

BYD è un'azienda enorme, onnipresente... eppure sconosciuta, ve ne ho parlato qui. Facile ipotizzare, quindi, che i vertici si aspettassero qualche difficoltà a penetrare un mercato da debuttanti, a differenza di altre aziende cinesi che si sono comprate l'aiutino da casa (o di casa) acquistando dei marchi già noti al pubblico nostrano ed europeo in generale. Lo ha fatto la cinese MG, comprandosi il marchio inglese MG. Lo ha fatto la cinese Geely, comprandosi i marchi svedesi Volvo e Polestar... e via dicendo, fatevi un'idea leggendo questo speciale.

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Quando parlo di debuttanti, però, intendo debuttanti nel marchio: BYD non è certo nata ieri, ha fatto scuola con le batterie e le ha letteralmente infilate nei prodotti elettronici di mezzo mondo. Però è indubbio che ci siano delle barriere da superare, e per farlo le carte che stanno giocandosi sono due: la prima è quella di puntare su prodotti che possano dimostrare la validità della loro piattaforma a livello tecnico. La seconda è quella di non essere troppo aggressivi, almeno inizialmente, in termini di prezzi, puntando però allo stesso tempo sul rapporto dotazione/prezzo, prevedendo allestimenti completi già dal primo livello d'ingresso.

Chi acquista BYD, quindi, avrà un'esperienza a metà tra quella di Tesla e quella del mondo tradizionale: sulla Atto 3, ad esempio, è vero che ci sono due allestimenti come accade per i marchi tradizionali, però è anche vero che il delta di prezzo tra i due è ridottissimo perché seguono entrambi la filosofia "tutto incluso", così che il cliente non debba pentirsi di non aver scelto un optional. E, se facciamo il confronto con le tedesche ad esempio, risulta ancora più chiaro il risparmio a parità di dotazione.

Sarebbe infatti facile per loro essere aggressivi, visto che BYD è forse una delle cinesi puramente elettriche che ha più facilità di raggiungere le economie di scala, ma bisogna fare molto attenzione a non trasmettere l'idea di un marchio economico e povero di contenuti. In primis perché i contenuti, qui, ci sono. In secondo luogo perché abbiamo visto quanto stia combattendo recentemente Dacia, un marchio che è partito proprio come low cost, per cercare di scrollarsi di dosso il marchio d'infamia di auto cheap, poco attraente e destinata a classi sociali più basse (e Dacia a livello di contenuti tecnologici è ere indietro rispetto a BYD).

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BYD Atto 3: la prova su strada

Per questa prima prova su strada di BYD Atto 3 non mi concentrerò troppo sui consumi, per quelli magari aspettiamo di portarla in uno dei nostri test più completi (come questo), ma vi voglio raccontare dell'esperienza di guida. E anticipo che si tratta di un'esperienza positiva.

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A livello di telaio, infatti, BYD ha creato una piattaforma con settaggi molto europei, che la rendono diversa dai prodotti di bassa qualità e dalla guidabilità di "un camion", creando quindi un'esperienza che non si può affatto definire sportiva, ma è sì piacevole, familiare e bilanciata. Promossi il comfort in assorbimento e il rollio ridotto, così come la posizione di guida e la triangolazione sedile-volante-pedaliera che interpreta bene lo stile crossover: vista alta ma posizione ispirata al mondo delle hatchback.

Il motore ha la stessa potenza di altri elettrici visti nel mondo VAG e nel gruppo Hyundai-Kia, 204 cv (150 kW) con 310 Nm di coppia, ma qui eroga la sua potenza in maniera più dolce rispetto ai tedeschi (e ancora più dolce rispetto alle coreane). Risultato? Raffredda un po' gli spiriti focosi di chi ha il piede più pesante a vantaggio dell'autonomia, ma allo stesso tempo non fa sentire la mancanza di coppia quando si affrontano sorpassi o scenari in salita.

Lo sterzo è piacevole perché abbastanza diretto, variabile nell'assistenza e facilissimo da usare, anche se non proprio sportivo nelle sensazioni. Però, in questo suo setup, interpreta perfettamente la filosofia del crossover tradizionale.

I numeri di BYD Atto 3

Atto 3 è un SUV di segmento C da 4,45 metri di lunghezza con un passo di 2,72 metri. Il bagagliaio da 440 litri arriva a 1.138 litri abbattendo il divenetto posteriore. Nell'abitacolo c'è una strumentazione digitale da 5 pollici e un display centrale da 12,8" (15,6" sulla top di gamma). Apple CarPlay e Android Auto sono supportati, così come il navigatore integrato (di serie), la connessione alla rete (SIM 4G) e l'aggiornamento OTA.

La batteria è una LFP (litio-ferro-fosfato) da 60,48 kWh di capacità mentre il motore è uno, posizionato all'anteriore, ed eroga 150 kW (204 cv) e 310 Nm di coppia, per un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,3 secondi e una velocità massima di 160 km/h. La ricarica avviene a 11 kW in CA e a 88 kW massimi in CC, dato che si traduce in 29 minuti per la ricarica rapida dal 30 all'80%.

La garanzia è di 8 anni o 200.000 km sulla batteria (ve la sostituiscono se la sua capacità scende al di sotto del 70%) e di fino a 6 anni o 150.000 km scegliendo l'estensione di garanzia, offerta per chi acquista l'auto in leasing.

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Ha anche dei difetti

Bisognerà aspettare una prova completa per chiudere il cerchio, ma dal primo test drive sono emerse alcune note nel mio "libro nero" dei test drive, locuzione da prendere non nel suo significato originario di caratteristiche pericolose o sospette, ma semplicemente di punti da approfondire prima di emettere un giudizio finale.

In questo caso non mi ha convinto del tutto il mondo in cui la Atto 3 fa interagire i circuiti dei freni, quello meccanico con quello rigenerativo del motore, serve probabilmente qualche ottimizzazione. Inoltre andrà valutata bene la ricarica rapida, che sulla carta si ferma a 88 kW in corrente continua (e 11 kW in alternata) e l'autonomia visto che i test di anteprima difficilmente restituiscono consumi paragonabili al 100% con quelli di un utilizzo quotidiano.

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Ad ogni modo, per i più curiosi, la prima prova ha evidenziato consumi medi in una forbice tra i 16,5 e i 18 kWh / 100 km. BYD dichiara per la Atto 3 un'autonomia di 420 km nel ciclo WLTP combinato.

ADAS? Sono tutti di serie, un grande vantaggio, ma mi riservo di approfondire il comportamento del sistema di guida semi-autonoma nel traffico extra-urbano che sembra un po' meno preciso di altri, ma è solo una prima impressione da una prova di una giornata.

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Strano, infine, il comportamento del climatizzatore, per nulla simile a quelli a cui siamo abituati noi europei e, molto probabilmente, ancora tarato sui settaggi per il pubblico cinese. Il vantaggio, confermato anche dai tecnici con cui ho chiacchierato tra un test drive e l'altro, è che BYD può facilmente correggere e migliorare senza dover toccare l'auto, basta il classico aggiornamento software da inviare OTA...

Prezzi

BYD Atto 3 debutta in Italia nell'allestimento Comfort a 41.990€, cifra che scende a 36.990€ con gli incentivi statali in caso di rottamazione. BYD Atto 3 Design è invece la top di gamma e si può portare a casa a 43.490€.

L'alternativa all'acquisto con la classica e anacronistica valigetta di contanti è il leasing, ormai da tempo sdoganato anche per i privati. In questo caso la formula prevede 239€ al mese, un anticipo di 7.350€ (contando anche i 5.000€ di contributo Ecobonus con rottamazione e i 2.000€ di sconto del concessionario) e un prezzo di riscatto finale di 22.250€. Questa formula include l'estenzione di garanzia e la manutenzione ordinaria.

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Si potrà effettuare un test drive già nelle prossime settimane a Milano, Torino, Brescia, Verona e Firenze.

Entro i prossimi quattro mesi ci saranno 13 showroom in tutta Italia, con l'obiettivo di arrivare ai 45/50 necessari per coprire l'intero Stivale entro il 2025.

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